Ieri Lionello Manfredonia ha rivissuto le ore drammatiche del 30 dicembre del 1989, quando perse conoscenza a Bologna
Sono passati quasi trentadue anni, eppure quella partita di Serie A fra il Bologna e la Roma il giallorosso Lionello Manfredonia se la ricorda bene: si accasciò a terra, colpito da un arresto cardiaco, proprio come accaduto ieri a Christian Eriksen. Il giocatore della Roma finì in coma e si risvegliò solo 42 ore dopo, il 1° gennaio del ‘90. All’età di 33 anni si riprese completamente, ma dovette rinunciare a giocare a calcio, come racconta lui stesso a La Gazzetta dello Sport: “Il mio e il suo caso sono molto diversi. Oggi la medicina è molto avanti rispetto a 30 anni fa”.
“Sono stati momenti molto intensi. Per fortuna però, da quel che ho capito, Eriksen, a differenza del mio caso, è arrivato in ospedale che respirava già da solo. Io sono stato messo in coma farmacologico per vari giorni. Poi venni risvegliato lentamente. Non so se ha avuto il mio stesso problema, ma sicuramente oggi le tecniche di intervento sono più evolute. L’importante è che stia bene, spero possa riprendersi come mi sono ripreso io. Il resto non conta. Mi auguro possa essere sereno e godersi l’amore dei suoi cari”.