Il centrocampista congolese 23enne del Bolton, colpito da infarto durante una partita di Premier League contro il Tottenham, rimase senza conoscenza per 78 minuti’
Il malore di Christian Eriksen al 43′ della gara dell’Europeo tra Danimarca e Finlandia ha riportato alla memoria un altro collasso, quello del congolese Fabrice Muamba, crollato in campo privo di conoscenza nel 2012. Allora però si gridò al miracolo perché il centrocampista riprese conoscenza dopo ben 78′.
TANTI, TROPPI, DRAMMI. Come racconta L’Eco di Bergamo, fu il defibrillatore – utilizzato in campo, in ambulanza e ancora in ospedale – a fargli riprendere conoscenza dopo quasi un’ora e venti minuti. Ma il suo non è, purtroppo, l’unico precedente che ha sconvolto il calcio: finì in maniera drammatica la vita del 28enne centrocampista del Camerun Marc Foé, attacco cardiaco in campo nel 2003; del 22enne centrocampista del Siviglia Antonio Puerta, arresto cardiaco in campo nel 2007; del 26enne difensore dell’Espanyol Daniel Jarque, trovato morto a seguito di un’asistolia nel ritiro della sua squadra a Coverciano nel 2009; del difensore della Fiorentina, il bergamasco di San Pellegrino Davide Astori, trovato senza vita nella sua camera in un albergo di Udine nel 2018. Sfociati in maniera tragica anche i malori di Giuliano Taccola, Renato Curi e del bergamasco Piermario Morosini.
IL CASO PIU’ RECENTE. Uno dei casi più recenti risale a inizio anno: in Portogallo il calciatore dell’Alverca Alex Sandro dos Santos Apolinário, 24 anni, è morto a gennaio, quattro giorni dopo essere stato colpito da un infarto mentre era in campo.