Centravanti classe ’88, vantava anche molte presenze nelle Under azzurre
Da ragazzino era giudicato in tutta Italia come uno degli attaccanti più forti della propria annata, e non a caso al Mondiale Under 17 disputato in Messico era lui il titolare al centro dell’attacco. Segno anche una doppietta all’esordio contro la Costa d’Avorio, in un torneo in cui si fecero notare, tra gli altri, il capocannoniere Carlos Vela e il futuro madridista Marcelo. La stella di Christian Tiboni, però, è stata nel complesso luminosa solo a livello di settore giovanile o quasi, sia per via di qualche infortunio assai limitante che per via di un carattere – anche a detta di chi ha lavorato con lui sin da ragazzo- particolarmente complicato.
Nativo di Desenzano del Garda e con tutta la trafila in nerazzurro alle spalle sin dai tempi dell’attività di base, dall’altro del suo metro e novanta circa di altezza era attaccante di grande fisicità, che sperava di ripercorrere le tracce solcate qualche anno prima da Giampaolo Pazzini. L’attaccante di Pescia lombardo lo era invece diventato d’adozione, dopo che a 14 anni gli scout nerazzurri lo avevano pescato tra le fila del Margine Coperta, storica società satellite toscana dell’Atalanta, a cui non è più legata da qualche tempo. Se il Pazzo ha chiuso la carriera con all’attivo 115 reti in Serie A, però, lo stesso non può dirsi per Tiboni.
L’acquisto dell’Udinese, sempre molto attenta ai prospetti nerazzurri in quegli anni, nell’estate del 2006 sembrava potergli anticipare una carriera da calciatore di alto livello, ma negli anni qualcosa è andato storto. La piazza che più l’ha apprezzato, probabilmente, è stata quella di Verona, che lo vide in rete per ben 8 volte nel 2008/09 in Serie C, in una squadra che vantava tra le proprie fila anche giovani di prospettiva come il portiere Rafael e Marco Parolo. Christian ha 21 anni e l’Atalanta sceglie addirittura di riportarlo a casa, tenendolo come quarta punta alle spalle del trio Acquafresca-Ceravolo-Tiribocchi. La difficilissima situazione di squadra, però, non gli impedisce di mettersi in luce, anche perchè forse non è pronto per il livello della Serie A. E’ l’Ascoli a dargli una nuova chance a gennaio in B, ma gli spazi sono limitati, in una squadra che vanta due centravanti di alto livello come Antenucci e Bernacci. Sceglie allora di misurarsi con un contesto totalmente diverso nei mesi successivi, firmando con un CSKA Sofia che aveva in rosa anche altri calciatori italiani. L’avventura bulgara lo vede poco impiegato (solo 4 presenze), ma non va meglio da gennaio in poi con il ritorno al Verona, che pure in passato gli aveva dato tante soddisfazioni.
Da lì in avanti la carriera di Tiboni va in parabola discendente, nonostante qualche rete segnata tra Foggia, Monza e Prato. Dopo la retrocessione con il Pergocrema, che lo vide fuori rosa per via di una questione mai del tutto chiarita, scende in Serie D, giocando anche in piazze storiche come Piacenza e Reggina. L’ultima avventura è datata 2019/20, in Calabria, tra le fila della Palmese.