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Chi è Matteo Lovato? Scopriamo l’ormai prossimo difensore nerazzurro

Nazionale Under 21, fu pescato dal Verona in Serie C, dopo sei mesi ottimi con la maglia del Padova

La notizia, ormai diffusasi a macchia d’olio tra gli addetti ai lavori prima e tra i tifosi poi da circa un paio d’ore, è arrivata a sorpresa: Matteo Lovato, 21enne difensore del Verona e della Nazionale Under 21, è a un passo dalla firma con l’Atalanta. Nome già accostato ai colori nerazzurri nelle scorse settimane, anche nell’ambito di un presunto scambio con Piccoli, sembrava però più sullo sfondo rispetto a altri profili accostati alla Dea nell’ultimo periodo. Nomi che, con ogni probabilità, sono però riferibili all’eventuale sostituto del Cuti Romero, ammesso che dalle parti di Zingonia venga recapitata una nuova offerta, superiore ai 50 milioni di euro rifiutati la scorsa settimana. Il profilo del centrale padovano, destinato a essere il secondo acquisto dell’estate nerazzurra, va invece a inserirsi nel solco dell’addio di Mattia Caldara, tornato al Milan dopo un anno e mezzo con più ombre che luci. Sarà lui il suo sostituto, e non occuperà alcun posto nella fatidica lista dei 25, essendo inseribile nella categoria “Under 22”. Nelle righe a venire proviamo ora a descrivere il profilo di quello che, dopo Juan Musso, dovrebbe essere il secondo rinforzo estivo dell’Atalanta.

UN’ESPLOSIONE IMPROVVISA  Matteo Lovato, fino a un paio di anni fa, era un ragazzo poco conosciuto anche a tanti addetti ai lavori. Giocava nella Primavera del Padova, formazione di Serie C, e le prospettive di carriera tra i professionisti erano tutt’altro che certe. Ora, a distanza di una trentina scarsa di mesi, è considerato a ragione come una delle maggiori speranze del calcio italiano a livello difensivo, in ruolo che ha bisogno di nuovi interpreti di grande livello in vista dei prossimi anni. Grande merito, nell’ambito della sua esplosione, la ha avuta certamente il Verona, bravo a scovarlo e concedergli il doppio salto di categoria nella figura del preparatissimo ds Tony D’Amico.

STORIA PERSONALE Padovano doc, cresce a Candiana, un piccolo comune a sud del capoluogo. Inizia a giocare a qualche chilometro di distanza da casa, tra le fila del Canossa Conselve, che lo tiene in squadra fino ai 9 anni. Le richieste del Padova sono pressanti sin da piccolo, ma Matteo non ha fretta di lasciare gli amici e le sue abitudini quotidiane. Dopo un anno con i ’99 passa poi in biancoscudato, compiendo un percorso che lo ha portato sostanzialmente fino alla prima squadra. Nel gruppo dei 2000 condivide il percorso con due altri difensori che oggi giocano nei professionisti: Davide Bettella (Monza, peraltro di proprietà nerazzurra) e il terzino del Cittadella Tommaso Cassandro. In tutto questo effettua anche una breve parentesi lontano da casa, al Genoa. Per un anno gioca infatti, con buonissimi risultati, nell’Under 17 del Grifone, togliendosi anche la soddisfazione di segnare contro la Juve del talentino Nicolussi Caviglia.

Curiosamente chiede però di non essere riscattato a fine stagione, nonostante il club fosse orientato a sfruttare l’opzione in suo possesso. Il motivo? La nostalgia di casa è troppo forte. Conseguenza quasi logica il ritorno a casa e alla vecchia maglia, con cui dopo un anno di Primavera viene lanciato da Salvatore Sullo (ex vice di Ventura in Nazionale) in prima squadra. Le prestazioni sono così sorprendenti da attirare l’interesse di molti club di Serie A: dopo sei mesi è infatti già al Verona, che lo lancia dopo la cessione di Kumbulla e un periodo di apprendistato. Nell’ultima stagione ha collezionato 24 presenze, nonostante qualche problema fisico nel finale di stagione ne avesse limitato l’impiego. Ha un fratello più giovane, Edoardo (2001), che ha anch’egli militato nella Primavera del Padova.

CARATTERISTICHE  Aggressivo sull’uomo, è in grado di reggere duelli fisici anche contro avversari di taglia “maxi” come dimostrò al suo esordio in A contro Duván Zapata. Furono solo pochi minuti a onor del vero, ma indicativi anche della sua grande personalità. Atleticamente molto forte, non va in difficoltà neanche nella gestione di calciatori dotati di grande rapidità e prevalenza di fibre bianche. Muscolarmente ha già sostanzialmente completato il suo sviluppo, differentemente da altri (da togliere “suoi” che avevo messo) coetanei. Dopo alcuni mesi di lavoro con Juric, allenatore proponente un calcio che richiede la perfetta conoscenza di alcuni automatismi e ritmi altissimi, si è sostanzialmente trasformato in elemento totalmente conforme ai precetti del tecnico spalatino. E’ infatti ormai perfettamente a suo agio quando si deve seguire l’avversario nell’uno contro uno a campo aperto o comunque togliere metri all’attacco avversario.

Può giocare sia sul centro-sinistra che come perno centrale del reparto. Deve invece migliorare nella gestione del pallone, anche se a Bergamo potrebbe sentire meno che in altri contesti questa lacuna, essendo l’Atalanta una squadra che non predilige l’uso dei difensori per la costruzione da dietro in maniera particolarmente intensa. A livello di caratteristiche può ricordare il primo Gianluca Mancini, anche nell’istintività che porta entrambi spesso alla ricerca della pressione molto alta sul diretto marcatore, che può diventare anche un centrocampista nel momento in cui subentrano determinati meccanismi di scalata nella gestione delle marcature.

IN AZZURRO La prima convocazione in Nazionale è in Under 17, in occasione di un raduno pre-Europeo. E’ tornato dopo qualche tempo nel giro azzurro, prima in Under 20 e poi in Under 21, nonostante sia solo un classe 2000. Ha giocato come titolare la fondamentale gara vinta in Islanda a novembre, decisiva per la qualificazione all’Europeo, a cui poi è stato convocato. Su 4 gare ha collezionato 3 gettoni da titolare, ben figurando contro Spagna e Slovenia. Meno bene è andata nel quarto di finale contro il Portogallo, viste le tante difficoltà in marcatura su Mota Carvalho, autore nell’occasione di una doppietta. Nel corso dei tempi supplementari è anche stato espulso per doppia ammonizione, a onor del vero in maniera forse eccessivamente severa. Sarà un elemento cardine, con ogni probabilità, anche del prossimo ciclo degli azzurrini, che avrà inizio a settembre. A maggior ragione se saprà ritagliarsi spazi importanti nell’Atalanta…

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Stefano
Stefano
2 anni fa

Matteo Lovato non ha fratelli

Commento da Facebook
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2 anni fa

Speriamo che fra 2 settimane non vada allo Spezia

Cocco 187
Cocco 187
2 anni fa

Mi sfugge il significato di ” calciatore dotato di prevalenza di fibre bianche”.
E parlare come mangi, no?

Cocco 187
Cocco 187
2 anni fa

Il secondo rinforzo dell atalanta dopo musso? E pezzella.? Lovato musso pezzella fanno tre. La matematica è forse un optional?

edo53
edo53
2 anni fa

ennesimo acquisto al ribasso ma per salvarsi va bene.

Gius
Gius
2 anni fa

Si tratta di stabilire chi ha fatto l’affare.
Io dico il Verona.

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