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Tifo organizzato, la mazzata del Covid. Ma a Bergamo non finirà così

L’annunciato scioglimento della Curva Nord figlio delle misure anti Covid: difficile organizzare il tifo a socialità limitata

Alla fine, a quanto pare e fino alla prossima puntata, il management del calcio, ostile al tifo organizzato fin da quando il pallone è un business in mano alle televisioni, ce l’ha fatta a mettergli la museruola. Che i Supporters, nati appunto per gestirla, non si occupino più dopo 23 annj, salvo contrordine e ripensamenti, della Curva Nord, il cuore pulsante del sostegno da stadio all’Atalanta, magari potrà far piacere a chi li vede come fumo negli occhi, come gente che non mena le mani da un decennio ma pur sempre afferente la categoria degli ultras sgradita ai borghesucci da pantofole. Per scrivere i titoli di coda, nondimeno, è servito il Covid con la sua tragedia umana e la restrizioni che ne sono seguite.

TIFO ORGANIZZATO: MORTO DI COVID. Non ha senso, difatti, pianificare trasferte o architettare scenografie, di cui poi si beano pure quelli della Bergamo bene comodamente assisi nei due rettilinei, nell’epoca contraddistinta dalla socialità prima repressa e ora sempre e comunque limitata in nome del pericolo di morte incombente secondo la narrazione quotidiana. Tutti con la mordacchia anche se duovaccinati o greenpassati, la disposizione a scacchiera, la capienza che in Italia è ridotta alla metà, da cui defalcare nel nostro caso il paio di migliaio di seggiolini normalmente a disposizione di partner e sponsor societari e della Lega di Serie A. Elementi che fiaccano anche la resistenza e la fibra di chi fa della passione sportiva quasi un secondo lavoro. Roba tristissima. Scoglionarsi è umano, è un attimo.

IL TIFO A BERGAMO. Non può esistere il colpo di spugna sulla storia, nemmeno su quello che è stato il pubblico nerazzurro strutturato in fazioni da tifo. Dai Commandos, poche decine di cittadini spesso di sangue illustre, fino alle sigle ben più popolari, esaurite con la fine del secolo scorso, WKA o Wild Kaos Atalanta e BNA o Brigate Nero Azzurre. I primi hanno accompagnato la squadra fin dentro gli Spareggi del Settantasette, le altre ai secondi vagiti europei col Mondo, con Piero Frosio e con Bruno Giorgi. Scrivere che il tifo organizzato atalantino abbia finito la corsa significa pestare una merda. Risorgerà anche quello, col ripristino dello Stato di Diritto, forse condannando pesantemente una volta per tutte le violazioni dello stesso, come del codice penale, a opera di troppi suoi esponenti. Esiste ancora ATA, Associazione Tifosi Atalantini, figlia dell’impegno sociale di Fulvio Gambirasio, il papà di Yara. Perché tifare è bello, e liberatorio e sopratutto un diritto costituzionale. E verrà il giorno che l’aut aut o tutti o nessuno sarà superato dagli eventi. Fede & Speranza.

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Miami T. M.
Miami T. M.
2 anni fa

Triste ma ormai inevitabile scelta, condizionata da chi non vuole più in nessun modo che identità territoriali ben precise continuino ad esistere e fa di tutto per disperdere in nome di una assolutamente pretestuosa sicurezza….

Frank
Frank
2 anni fa

Tifare è bello….. questo scioglimento servirà a riorganizzare la tifoseria in meglio se poi si perderanno le mele come il Bocia visto che i tempi sono cambiati nessuno si accorgerà…….e voi nuove leve bergamasche siete uniti e unici al modo (territoriali) io sarò il primo tifoso per la mitica curva NORD forza ragazzi la DEA è DEA…….FRANK SEMENZI

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