
Matteo Pessina si è raccontato in esclusiva a La Gazzetta dello Sport
L’intervista di Pessina sulla rosea parte dalla prima esclusione per Euro 2020: “Abbiamo rivissuto quella notte io e Locatelli nei giorni scorsi. Era poco prima di mezzanotte, sono in camera con Toloi, squilla il telefono e risponde Rafa: “Scendi, il mister ti vuole parlare”. Mancini mi spiega: “Fosse per me vi porterei tutti, ma c’è posto solo per 26: devo escluderti, ma resti comunque ancora una settimana con noi?”. Era più dispiaciuto di me: rispondo sì, torno in camera, mi raggiunge il Loca, anche lui distrutto. E l’altro giorno mi ha detto: “Non sarei mai riuscito a reagire come te”.
DUTTILE. “In Champions quella che forse è la mia qualità migliore, saper interpretare tutti i ruoli di centrocampo, è importante. Trovi idee, sistemi e filosofie di gioco diversi fra loro: sapersi adattare al volo è importante. Fare la mezzala destra come lo intende Mancini non è così diverso da giocare trequartista difensivo”.
VILLARREAL. “Qualità e la forza atletica di una squadra potente. Non si vince l’Europa League per caso”.
YOUNG BOYS. “Dovremo cercare di batterli due volte, ma come dice Gasperini: se sono arrivati in Champions, un motivo c’è. E il Midtyjlland ci ha già insegnato che le squadre meno quotate sanno essere imprevedibili, l’etichetta della fascia di provenienza non conta. Altrimenti l’Atalanta non avrebbe vinto a Liverpool”.
MANCHESTER UNITED. “Il Manchester United è la più forte del girone, lo era anche prima che tornasse Cristiano Ronaldo. Solskjaer è riuscito a imporre le sue idee anche a una squadra fatta di tanti campioni tutti insieme”.
GASPERINI. “E’ il primo che si diverte quando il suo calcio codificato funziona come dice lui. E se funziona si divertono tutti: noi, lui, i tifosi”.
ROMERO. “A offerte così non puoi dire no. L’Atalanta, uno dei pochi club con il bilancio positivo nell’anno del Covid, sa che il castello si regge su questa filosofia: aver portato nel calcio l’idea imprenditoriale del presidente Percassi”.
EFFETTO EUROPEO. “Mi ha aumentato l’autostima e la consapevolezza dell’importanza di essere stato umile, di aver voluto migliorare sempre. E mi ha insegnato che quando capisci, e lo assapori, cosa vuol dire vincere, non ti vuoi fermare mai: vuoi solo vincere. Che poi è il segreto di quello di cui stiamo parlando: l’Atalanta per il terzo anno di fila in Champions”.
