
La recente intervista resa dall’amministratore delegato Luca Percassi al quotidiano cittadino è un messaggio a Gasperini. Ma sarà abbastanza per continuare il ciclo?
La recente intervista a L’Eco di Bergamo dell’amministratore delegato Luca Percassi è un chiarimento, secco e definitivo, sullo stato dell’arte a Zingonia e dintorni. O meglio, un messaggio diretto all’allenatore, l’artefice di un ciclo che la proprietà non vede certo ai titoli di coda: “L’Atalanta che abbiamo costruito in estate attraverso investimenti è la più competitiva di sempre”. Tradotto in vulgata corrente, Gian Piero Gasperini è chiamato alla salvezza anticipata prima, un vezzo scaramantico di chi ci mette i soldi, e all’Europa “qualunque sia” poi. Più chiaro di così, si muore. Ma è una posizione che rispecchia fedelmente la realtà dei fatti?
I PERCASSI A GASPERINI: EUROPA CON QUEL CHE HAI. Innanzitutto, uno sguardo alla rosa, certo non rivoluzionata ma con qualche andirivieni. L’addizione di Teun Koopmeiners, in effetti, ha consentito di aumentare le soluzioni in mezzo, non solo da un punto di vista numerico ma anche tattico. Fin qui l’olandese s’è segnalato per le prove da compitino da riserva pronta a calarsi l’elmetto in corso d’opera e per la ripresa da mezzodestro nel modulo rivisitato a 3-5-2 nel ko casalingo col Milan alle soglie della seconda sosta per le Nazionali. A conti fatti, però, al netto dell’addizione in corsia di Davide Zappacosta, giocatori partiti, giocatori sostituiti: out Gollini-Romero-Caldara-Ruggeri-Kovalenko, dentro Musso-Demiral-Lovato-Pezzella e appunto il tulipano, mancino di piede morbido che a detto dello stesso mister però deve trovare ancora una posizione in campo congeniale al gioco nerazzurro.
I PERCASSI E L’ATALANTA COMPETITIVA. Sta di fatto che l’attaccante veloce, tecnico, preferibilmente mancino e abituato a giocare all’ala, congeniale a uno schema che prevede una punta per vertice, è mancato all’appello anche stavolta. Il Gasp lo richiede da anni. Per fare qualche nome adatto allo scopo, Politano-Iago Falque-Verdi-Brekalo-Boga-Berardi, anche se non è mai esistita alcuna pretesa di spenderci cifre folli. In molti dicono che trattenendo il 2001 Roberto Piccoli il reparto è al completo, ma il ragazzo di Sorisole è il terzo centravanti dietro la coppia colombiana Zapata-Muriel. Non quel che va cercando l’uomo in panchina. Ovvero il cosiddetto vice di uno Josip Ilicic considerato ormai a fine corsa: lo dicono le cifrette, settebello nella porta altrui tutta la scorsa stagione contro i ventuno di quella precedente. E l’equivoco sul ruolo di Aleksey Miranchuk, tutto fuorché quel che serve, non è stato ancora risolto. L’Atalanta più competitiva di sempre? Come numeri e tecnica ci siamo. Come adeguamento dell’organico all’idee di chi deve farle fruttare in campo, invece, arrivederci a gennaio. Perché se le cose non funzionano, dalla finestra invernale almeno un regalino bisogna pur aspettarselo.
