Arrivato come scommessa a parametro zero, non lasciò il segno nell’anno passato a Bergamo
Quando Nicolas Haas giunse a Bergamo l’aria era elettrica, l’Atalanta in Europa dopo qualcosa come 26 anni e viveva i primi mesi dell’epopea gasperiniana. La provenienza del ragazzo, inoltre, faceva sperare più di qualcuno a una nuova scommessa in stile Freuler, esploso nel corso di quella stagione con tanto di rete segnata alla Juventus sia all’andata che al ritorno. Nicolas giungeva infatti dal Lucerna, stesso club da cui un anno e mezzo prima fu prelevato per pochi spicci l’attuale numero 11 nerazzurro.
Il più giovane connazionale, però, che pure arrivava con buonissime referenze, non ha ricalcato lo stesso tipo di percorso. L’unica stagione trascorsa sotto la Maresana lo ha infatti visto impiegato solo sporadicamente (circa 170′), anche se va sottolineato come all’epoca vigesse soltanto il regime dei tre cambi, rispetto ai cinque attualmente consentiti e quasi sempre sfruttati. Quel poco spazio fu assist per uno spostamento in prestito al Palermo, piazza storica che sognava l’immediata risalita dalla Serie B. In Sicilia la stagione andò discretamente, con ben 9 assist messi a referto nonostante agisse abbastanza lontano dalla porta, solitamente da mezzala sinistra. La stagione si chiuse però in maniera beffarda, con la Giustizia sportiva che retrocesse all’ultimo posto la squadra per via degli illeciti amministrativi commessi dalla società, che portarono anche all’arresto del patron Zamparini.
La tappa successiva fu Frosinone, tra alti e bassi, ma sempre mostrandosi profilo importante per la cadetteria. Nel mentre, però, il livello dell’Atalanta è forse salito troppo velocemente, considerando le tre qualificazioni consecutive alla Champions League. Anche per questo l’area sportiva nerazzurra ha scelto di venderlo per 3 milioni all’Empoli, con cui aveva conquistato la promozione nella passata stagione, in estate. In Toscana sta trovando discreto spazio (5 su 7 da titolare finora) e spera di potersi dimostrare calciatore all’altezza della Serie A nel tempo. Con buona pace di tutti e senza, probabilmente, particolari rimpianti reciproci…