L’attaccante della Sampdoria, domani sera in campo a Marassi contro l’Atalanta, ha presentato la prima del documentario autobiografico: “La verità non rivelata”
Lo stalking, la persecuzione personale, le minacce di morte e le accuse di pedofilia rivolte anche alla famiglia. Tutta “La verità non rivelata” di Fabio Quagliarella, prossimo avversario dell’Atalanta in maglia Sampdoria, che ieri sera ha presentato la prima del docufilm autobiografico “Quagliarella – The Untold Truth” alla Sala Grecale dei Magazzini del Cotone, l’auditorium al Porto Antico di Genova.
QUAGLIARELLA E LA SUA VERITA’. Alla presenza dell’attuale tecnico D’Aversa, di tutta la squadra blucerchiata e dell’ex compagno alla Juventus Leonardo Bonucci (“Quando non gli faccio vedere palla impreca in napoletano come allora, un esempio dentro il campo e fuori”), “compagno di camera per 4 anni in bianconero e costretto a subire i miei silenzi”, il trentottenne attaccante napoletano ha spiegato attraverso il lungometraggio i perché del suo addio a Napoli e al Napoli nell’ormai lontano 2010: “Ho sentito l’affetto della mia città e dei tifosi, ma in genere il pubblico delle mie ex squadre a cui segno mi applaude. Sono emozioni importanti per un calciatore: la mia brutta vicenda si è conclusa al mio ritorno in blucerchiato”, le parole dello stabiese filtrate da Tuttosport.
QUAGLIARELLA E L’AFFETTO DEL CALCIO. “Il documentario ha voluto ripercorrere le tappe della mia carriera, segnate purtroppo da questa brutta vicenda. Non c’è un posto più bello della Sampdoria“, ha sottolineato Quagliarella, vittima delle diffamazioni anonime (insieme al resto, dal 2009 fino alla condanna a 52 mesi dell’agente di polizia postale responsabile il 17 febbraio 2017) via lettera che ai tempi del Napoli gli valsero l’addio e la rottura col presidente Aurelio De Laurentiis. Fu accusato, infatti, perfino di affiliazione alla camorra. Curato da Goffredo D’Onofrio, il film sulla verità scomoda e ora non più sottaciuta è del regista Giuseppe Garau. Al giocatore sono giunti videomessaggi da Conte, Pirlo, Giampaolo, Buffon, Viviano, De Silvestri, Ranieri e dallo sprinter azzurro Tortu.
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