L’ex difensore di Sampdoria e Atalanta sembra lasciare intendere che la nuova dimensione europea dell’Atalanta abbia avuto come base l’annata del meno 6
“La mia Atalanta del meno 6? L’apripista di quella attuale, che è cresciuta fino ad assumere una dimensione europea”. Nelle dichiarazioni rilasciate a L’Eco di Bergamo, tutto l’orgoglio di Stefano Lucchini, doppio ex della sfida di stasera a Marassi con la Sampdoria.
LUCCHINI E L’ATALANTA DEL MENO 6. Uno dei protagonisti della difesa all’epoca di Stefano Colantuono, quando da neopromossa (estate 2011) la squadra bergamasca si trovò a dover partire penalizzata di 6 punti per le vicende legate a Cristiano Doni, il mastino di Castelnuovo Bocca d’Adda adesso allena la Pergolettese. “Conoscendo la società, non mi sorprende che sia diventata così grande finendo in Champions League. La squadra s’è abituata a partire un po’ più piano, sapendo che c’è l’Europa di mezzo e può condizionare anche il recupero dagli infortuni. Ma poi aumenta sempre l’intensità”, osserva il quarantunenne lodigiano.
LUCCHINI, IL DOPPIO EX. “L’Atalanta può confermarsi ai livelli che le sono abituali con Gasperini, una soddisfazione per chi come me ne ha fatto parte e ne sente parlare ovunque. Per me salvandoci dal meno 6, nella stagione del ritorno in A, facemmo da apripista alla squadra attuale – rimarca l’ex -. Organizzazione, competenza e lavoro premiano. La Sampdoria ha un tifo passionale, aver vinto con lo Spezia ha alleggerito la situazione. Mi sento legato a entrambe: a Genova raggiunsi la qualificazione in Champions, ora ci gioca l’Atalanta…”.