
L’impressione, per larghi tratti, è stata questa
L’Atalanta è uscita, meritatamente, tra gli applausi dei propri tifosi ieri sera. L’impressione che si è avuta per larghi tratti, infatti, è stata quella di una squadra vera e molto compatta tra i reparti, ottima anche nella pressione portata ai portatori di palla avversari. Poca roba, invece, è parso essere lo United, almeno a livello di organizzazione di gioco: tanti campioni, un calciatore pagato 85 milioni che scalda la panchina o quasi, poco costrutto a livello associativo.
Delle due, sicuramente, la squadra vera è stata la Dea, che ora mastica amaro ripensando a quei due gol subiti sul fil di sirena di ambedue i tempi. La partita a scacchi tra i due allenatori, d’altra parte, è stata stravinta da Gasperini, soprattutto grazie alla scelta di posizionarsi a specchio rispetto allo schieramento dei Red Devils, anche se forse la scelta di schierare Pašalić in posizione laterale ha un po’ snaturato la capacità di inserimento del ragazzo.
Fantastica è stata anche la lettura successiva, che ha visto il passaggio al 3-5-2 con l’inserimento di Djimsiti, riportando de Roon all’originale posizionamento in mediana, con compiti ben precisi in riferimento al controllo di Bruno Fernandes, seguito quasi a uomo. Una mossa che ha tolto spazi e certezze alla formazione inglese, che fino al 90′ non ha praticamente mai più impensierito Musso. Sembrava tutto fatto, poi l’imponderabile, chiamato CR7, un campione capace di andare l’oltre l’ordinario anche a 36 anni.
