
L’ex ds della Fiorentina ricorda un aneddoto di mercato che, col senno di poi, avrebbe potuto ridisegnare la storia di tanti club
Oggi è uno degli attaccanti più corteggiati in Italia e all’esterno, ma fino pochi mesi fa Dusan Vlahovic era solo un giovane di belle speranze e una costosa scommesse fatta dalla Fiorentina. Il serbo è stato che nel mirino dell’Atalanta come confermato da Pantaleo Corvino, colui che ha firmato l’operazione Vlahovic-Fiorentina: “Nell’Est sono di casa. In particolare a Belgrado. Tra Stella Rossa e Partizan ho preso tanti bei giocatori negli anni. Così quando mi sono invaghito di Milenković e di quel ragazzo che era nelle giovanili ed aveva appena 17 anni ho fatto un’offerta importante per entrambi. La richiesta era alta – ha raccontato alla Gazzetta dello Sport -. Avevano messo gli occhi su di lui il Borussia Dortmund, l’Atalanta e altri club importanti. Però, alla fine, ebbi la meglio e convinsi tutti a spendere 1,5 milioni per quel ragazzo che non poteva venire subito a Firenze. Da minorenne ed extracomunitario non poteva essere tesserato a gennaio. Così concordammo di riconoscergli uno stipendio più alto nella stagione successiva. Tra lo scetticismo di molti, sia per i costi che perché avevo occupato il posto da extracomunitario per uno sconosciuto“.
