La squadra ha mostrato, in modalità diverse, un’eccezionale voglia di vincere
Due vittorie maturate in contesti e modalità diversi, ma incredibilmente significative per l’ulteriore step che forse mancava all’Atalanta per lottare per quelli che sono i traguardi più alti. I successi ottenuti nel giro di sette giorni tra Juventus Stadium e San Paolo hanno mostrato una clamorosa capacità adattativa alle varie situazioni delle squadra, che ha saputo vincere come solo sanno fare le grandi squadre.
Cambiata anche nell’attitudine a Torino, con mister Gasperini che ha addirittura cambiato il tipo di impostazione delle sostituzioni, lasciando seduti per oltre 90′ sia Ilicic che Luis Muriel, la Dea ha indossato un vestito che più di qualcuno pensava fosse di difficile aderenza. Sabato, forse, si è rivista qualche concessione in più agli avversari, con il Napoli molto pericoloso anche nei secondi conclusivi della partita, soprattutto grazie alle fughe di Malcuit (e poi Politano) sulla destra.
Resta evidentissima, però, la grande voglia di vincere di Tolói e compagni, paradossalmente rialzatisi più forti il gol di Mertens al 46′. Un colpo che, forse, avrebbe ammazzato anche un toro, ma non ha mandato al tappeto la formazione nerazzurra. Un altro punto di interesse da approfondire riguarda, senza dubbio, la capacità di non accontentarsi mai. Qualche altra squadra, dopo la rete di Demiral, avrebbe forse avuto un atteggiamento più guardingo, anche alle luce del fatto che in campionato si era reduci da quattro successi di fila, con l’ultima sconfitta risalente addirittura al 3 ottobre. Non è stato così, e anche per questo va ringraziata la mentalità sviluppata inculcata e creata negli anni dal condottiero grugliaschese…