L’Olympiacos nel knockout di Europa League è un inno all’amarcord con l’altra sola greca affrontata dai nerazzurri: l’Ofi Creta
“Una faccia, una razza”. Italiani e greci, popoli distanti ma simili e uniti dalla storia. Anche nel calcio. Apre così il pezzo-amarcord di Piercarlo Capozzi su L’Eco di Bergamo, all’insegna del confronto tra l’Ofi Creta, antesignana degli scontri dell’Atalanta con le greche, giunti al secondo round 34 anni dopo, e l’Olympiacos. Era la Coppa delle Coppe dalla serie B con Emiliano Mondonico in panchina e il 4 novembre a Bergamo si ribaltò il ko di misura di Salonicco del 21 ottobre.
L’OFI CRETA. Si giocò al “Toumba”, in continente, per la squalifica del campo cretese. Era il secondo turno, i tifosi locali di Paok, Aris, Iraklios e Apollon dovettero dare man forte. Prandelli libero e Progna in fascia: decide il pallonetto di Persias al 17′ davanti a 20 mila greci dall’irridente coro “Cicciolina olè” (Ilona Staller era stata appena eletta alla Camera). Il 4 novembre, davanti a 14 mila spettatori col ct azzurro Azeglio Vicini ospite d’onore, il ritorno con Eligio Nicolini e Oliviero Garlini, 22′ e 73′.
DALL’OFI ALL’OLYMPIACOS. Piotti, Rossi, Barcella, Fortunato, Prandelli, Icardi, Stromberg, Nicolini, Consonni, Bonacina, Garlini: la formazione di quel pomeriggio. Destro chirurgico dal limite e incornata, traversa di Stromberg e… la profezia sbagliata del portiere altrui Vangelis Chosadas: “L’Atalanta è stata superiore, ma la sua corsa europea finisce qui”. Sarebbe finita alle semifinali col Malines. Cosa dirà quello dell’Olympiacos Tomáš Vaclík?
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