Padre e figlio, due indimenticabili presidenti dell’Atalanta, portata dalla C1 in Europa
Ogni volta che si nominano Achille e Cesare Bortolotti si apre l’album dei ricordi. I tifosi più giovani, quelli dai 35 in giù, li avranno solamente sentiti nominare, quelli con qualche anno in più ricorderanno invece le gioie e i dolori provati sotto la loro presidenza. Perché come dicono in molti anche oggi, l’Atalanta si ama anche nei momenti più bassi.
L’ingresso di Achille nell’Atalanta risale agli anni sessanta come azionista, nel febbraio 1969 incarica Mino Baracchi come presidente per poi subentrare nel dicembre 1970 dopo l’esonero di Viciani. Rimane in carica fino al 1980, anno in cui cede la presidenza al figlio Cesare, salvo una breve parentesi fra il 1974 e 1975 in cui il numero uno è Enzo Sensi. Torna per la terza volta presidente dell’Atalanta nel 1990 dopo la morte del figlio Cesare, ma quest’ultima esperienza durerà solo poco tempo perché cederà il club ad Antonio Percassi.
Con la famiglia Bortolotti al timone del club è arrivata anche l’unica retrocessione in C, ma oltre a questo “dolore”, sono arrivate anche la semifinale della Coppa delle Coppe e i quarti di finale di Coppa Uefa.
Cosa sono stati, cosa hanno rappresentato per te Achille e Cesare Bortolotti? Scrivilo qui sotto. Grazie
Io che ho avuto l’onore di conoscerli, ho visto in loro un grande senso di appartenenza, persone che amavano profondamente L’ ATALANTA. Sapevano di cosa significasse per noi bergamaschi essere tifosi della DEA. Li ricordo con tanto affetto, e con loro il grande Franco Previtali.
2 Grandi Uomini oltre che 2 Grandi Presidenti ….in un epoca dove il calcio era molto più bello di adesso……….direi INDIMENTICABILI!!!💙🖤