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Chi è Giorgio Cittadini: da riserva all’esordio in pochi anni

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A Zingonia sin da bambino, è esploso soprattutto grazie all’incontro con mister Bosi

Chissà se ci avrà pensato, a quelle stagioni da non protagonista, ieri, mentre negli spogliatoi della Dacia Arena assaporava quell’esordio in Serie A appena regalato da Gian Piero Gasperini. Il percorso di Giorgio Cittadini, centrale classe 2002 dell’Atalanta Primavera, non è infatti assimilabile a quello di molti altri giovani calciatori passati per la porta principale del nostro calcio, che quasi sempre potevano vantare un percorso lineare. Anche chi non era visto come un predestinato sin da bambino, infatti, difficilmente stava in panchina nell’ambito della propria annata.

Un aspetto che, invece, per lungo tempo ha contraddistinto il centrale difensivo bresciano. Giunto in nerazzurro dal Lumezzane al tempo delle scuole elementari, pur essendo confermato di anno in anno non aveva mai particolarmente bruciato le tappe, con il costante dubbio di poter lasciare la compagnia in estate, dopo le scelte della società. Un dilemma chiaramente divenuto ancor più amplificato con il passaggio alle categorie nazionali, complice anche il ricorso allo scouting su scala internazionale che da tempo contraddistingue il mondo nerazzurro. In Under 15 e 16 le cose non sono cambiate: la coppia titolare è quasi sempre stata formata da Scanagatta, all’epoca nazionale azzurro, e Derbali, un duo che si completa bene: più strutturato e forte nei duelli il primo, forte nell’impostazione da dietro e ordinato il tunisino cresciuto a Como. A completare la batteria dei centrali anche Emanuele Marcaletti, mai arrivato in Primavera perchè prestato in Serie D al Varese.

LA SLINDING DOOR  A far svoltare la carriera di Cittadini è stato Giovanni Bosi, attuale tecnico dell’Under 18 e, secondo diversi rumors, probabile erede di Brambilla, forse voglioso di misurarsi nell’ambito di un’esperienza tra i “grandi”. L’allenatore romagnolo, giunto a Bergamo dopo tanti anni a Palermo, ha giocato un ruolo decisivo nella crescita del ragazzo, proposto come titolare con continuità in Under 17, nell’ambito di una cavalcata esaurita in Semifinale Scudetto contro la devastante Inter di Sebastiano Esposito. Un’intuizione dettata anche dalla buonissima abilità tecnica del ragazzo nella fase di impostazione, che gli permette di essere sempre il primo organizzatore di gioco della manovra.

Le sue potenzialità, agli occhi dell’area sportiva nerazzurra, sono diventate così evidente da superare una serie di importanti ostacoli: lo stop causa pandemia ai tempi dell’Under 18 prima e, soprattutto, alcuni problemi al ginocchio, che lo hanno fermato in occasione delle Finali Scudetto della scorsa estate e in questo primo scorcio di stagione. Poco male, perchè anche Gasperini, spesso presente a Zingonia quando gioca la Primavera, è rimasto molto colpito dal profilo di questo ragazzo, peraltro ideale, sia per attitudini tecniche che fisiche, al ruolo di centrale della difesa a 3. E ora, complice l’uscita di Lovato, che potrebbe addirittura non essere rimpiazzata a livello numerico, ecco che le porte della prima squadra potrebbero aprirsi con maggior continuità. Anche perchè lo stesso tecnico torinese, che di dinamiche da settore giovanile se ne intende, avendo praticamente scalato tutte le categorie ai tempi della Juventus, non è allenatore particolarmente avvezzo al “regalo di esordi”, anche in caso di gare sostanzialmente chiuse come ieri….

CARATTERISTICHE  Fisicamente molto strutturato, ha lavorato sodo sotto questo punto di vista negli ultimi due anni e sembra già pronto per duellare eventualmente nel calcio professionistico. Forte di testa e intelligente nella lettura delle traiettorie, palesa invece ancora alcuni difetti strutturali a livello di posizionamento, anche con i coetanei. Proprio questa lacuna è stata una delle componenti che hanno spinto lo staff nerazzurro a tenerlo a Zingonia come fuoriquota in estate, al fine di limare al meglio alcune sfumature prima di farlo approcciare definitivamente alle categorie superiori. E’ un vero e proprio regista arretrato e ama gestire sempre la manovra della propria squadra, dettando i tempi della prima costruzione. Vista la mole è, seppur in modo non esagerato, portato a soffrire un po’ i calciatori brevilinei.

Ha, rispetto a molti centrali anche di alto livello, una variante importante nel proprio inventario; la fuga palla al piede verso l’area avversaria, vera e propria scheggia impazzita per disorientare lo spartito difensivo opposto. Dovendolo paragonare, con le dovute proporzioni, a un calciatore di livello noto può essere accostato al centrale di Lazio e Nazionale Francesco Acerbi.

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