Giacomo Vianello, scomparso ieri all’età di 74 anni, tenne quasi a battesimo il giovane Antonio Percassi da difensore provetto
“Giacomo Vianello dava sempre i consigli ai più giovani per marcare gli avversari. Ad Antonio Percassi, quando dovette marcare José Altafini al posto suo, consigliò di tirare la maglia per farlo innervosire…”. Parole e musica di Raffaello Vernacchia, compagno di stanza nei ritiri del difensore di Treporti (Venezia) scomparso nelle prime ore di giovedì: “L’autorete col Vicenza che condannò l’Atalanta alla retrocessione il 20 maggio del ’73 non fu colpa sua, spizzò un lancio lungo superando il portiere Pietro Pianta che non aveva chiamato la palla”, precisa a L’Eco di Bergamo, nel suo ricordo, la mezzala di Castel Gandolfo.
VERNACCHIA E I CONSIGLI A PERCASSI. Il futuro presidente, in quella sfortunata stagione agli ordini di Giulio Corsini, giocava terzino o stopper, ruolo in cui il titolare era proprio Vianello, successore di Giovanni Vavassori venduto al Napoli: “Scendemmo in B per differenza reti per colpa di un rigore contro a Firenze che non c’era, tornammo alle nostre case in lacrime – rammenta Vernacchia -. Piangeva anche il dirigente Franco Previtali. Giacomo era un amico generoso e prodigo di consigli, perfino il capitano Ottavio Bianchi faticava a contenerlo”.
Come se fosse Ieri ricordo questa autorete.ero allo stadio ed ero un ragazzino che piangeva ogni volta che l’Atalanta subiva un gol.