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L’incredibile lavoro di Gasperini sui difensori, Demiral l’ultimo di tanti

Il turco è solo l’ultimo di una serie di difensori valorizzati al massimo da mister Gasperini

La grande prova sfoderata da Merih Demiral sabato sera all’Olimpico ha definitivamente confermato la grande crescita che il ragazzo sta avendo, anche solo a livello di continuità di impiego, a Bergamo. Alla Juventus l’ex Sassuolo, infatti, non aveva mai avuto una vera continuità di impiego, pur mostrando doti che potenzialmente ne mostravano la qualità in prospettiva. Un lavoro specifico che mister Gasperini ha dimostrato di saper compiere anche con tanti altri pari ruolo, soprattutto se di giovane età, portando in dote incassi strepitosi alla società e patrimoni tecnici super valorizzati rispetto al momento del loro arrivo a Zingonia.

Il primo fu, in principio, Mattia Caldara, al primo anno di Serie A dopo il prestito a Trapani e impostato come perno del terzetto difensivo nella famosa Atalanta “giovane e italiana” del 2016/17.. Poi venne la volta di Gianluca Mancini, arrivato nell’ambito del discusso scambio con il Perugia che vide coinvolto il baby portiere Santopadre, figlio del patron del Grifo. Dopo un primo anno di adattamento si impose nella seconda stagione, facendo addirittura registrare tre reti segnate di fila in tre gare a novembre 2018.

Più recente è l’esempio del Cuti Romero, il cui valore è triplicato nel giro di un anno, con tanto di vittoria della Copa America da titolare e protagonista assoluto. Importante anche il ruolo avuto dall’allenatore grugliaschese, tra gli altri, con uno dei migliori centrali d’Europa anche in prospettiva: Alessandro Bastoni. Pur non avendolo mai promosso a titolare della sua Atalanta, il difensore di Piadena ebbe modo di debuttare nel calcio professionistico, al pari del coetaneo Melegoni, proprio grazie ad un’improvvisa intuizione del Gasp in un Atalanta-Sampdoria.

Da non dimenticare, oltre ai sopracitati, che hanno fatto entrare nelle casse del club oltre 150 milioni negli anni, anche il percorso compiuto da gente come Djimsiti Palomino, intorno ai quali lo scetticismo era palpabile al momento dell’arrivo in nerazzurro, con il primo addirittura retrocesso in B con il Benevento senza la garanzia di una maglia da titolare. Da anni sono sinonimo di efficienza ed affidabilità per i colori nerazzurri. Chi invece ha lasciato Bergamo ha, chi più chi meno, avuto qualche difficoltà: un semplice caso o c’è qualcosa di più?

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