
Le assenze reiterate per infortuni e Covid-19 hanno il loro peso nell’ultimo mese senza vittorie, ma forse per l’Atalanta è questione di testa
Testa bloccata, assenze reiterate tra Covid-19 e infortuni, errori dei singoli, Gewiss Stadium da fortino a colabrodo. Un poco gustoso mix di ingredienti impiattato dalla Gazzetta dello Sport per dire che l’Atalanta, regolata l’Udinese chiudendo il set a due e battuto il Venezia nell’ottavo di Coppa Italia il 12 gennaio scorso, nell’ultimo mese non ha più saputo vincere.
ATALANTA, TESTA O FISICO? I nerazzurri hanno certamente pagato anche ingenuità a titolo individuale, vedi la palla persa di Berat Djimsiti per servire doppietta e matchball a Gaston Pereiro domenica scorsa contro il Cagliari, ko numero 4 in campionato tra le mura amiche, dove sono stati raccolti solo 13 punti sui 43 totali. I gol subìti in casa sono 17, contro gli appena 11 in trasferta: secondo la Rosea, è per la difficoltà a difendere in campo aperto.
IL FISICO CONTA. Quello di José Palomino è l’ultimo di una serie infinita di accacchi anche gravi lungo l’intera stagione. Vedi Duvan Zapata che ha virtualmente terminato il suo giro di corsa dopo un rientro-lampo da 14 giri di lancetta domenica scorsa coi sardi. Senza contare Josip Ilicic con la sua depressione e Aleksey Miranchuk col bicipite femorale sinistro bloccato fino a tutto il mese.
