La sua potenza economica non piace in Germania, nel 2020 arrivò alla semifinale di Champions, ora resta un club molto competitivo
Il Lipsia è una squadra assimilabile al Bayer, ma non vale la proprietà commutativa. Battute le aspirine, non sarà così facile battere automaticamente anche le bevande energetiche: il club tedesco infatti propone un bel calcio ma dispone anche di numerosi giocatori, freschi e forti tecnicamente. E in Europa è esperta: nell’ultimo quinquennio, la formazione della Sassonia si è abituata a competere ai massimi livelli, anche in Champions, con quella semifinale 2020 persa contro il Psg.
Una squadra giovane, non solo perché ha tanti ‘baby’ talenti, ma perché nata nel 2009 e nel 2016/17, quando Gasperini iniziava il ciclo bergamasco, il Lipsia si affacciava per la prima volta in Bundesliga. Con il nome di Rb Lipsia, che formalmente significherebbe «RasenBallsport» (sport della palla da prato, spiega L’Eco di bergamo), è stato creato un escamotage per inserire l’acronimo dell’azienda padrona, bypassando la regola che vieta l’inserimento di sponsor nel nome della società. La potenza economica della parvenue del calcio teutonico rende la squadra odiata in Germania: