Tra i grandi protagonisti della prima delle due stagioni bergamasche del profeta di Aquileia, “Arrogu tottu” ha lasciato grandi ricordi
Era un attaccante, sostanzialmente un’ala, Arrogu Tottu, “Spacco tutto” in sardo campidanese, ma all’Atalanta ballò una sola stagione da esterno alto a sinistra nel 4-4-1-1 di Gigi Delneri. Dice oggi 45 Antonio Langella, ottovolante (su una sessantina di reti da pro) in classifica marcatori in ventotto presenze nell’edizione 2007-2008, la prima delle due agli ordini del profeta di Aquileia. E colui che spegne le candeline mercoledì 30 marzo, diventato qualcuno nella sacra triade al Cagliari con Mauro Esposito e David Suazo, già spremuto come un limone, dopo un passaggio al Chievo si fermò al Bari per chiudere trentaduenne per via dei dissidi col futuro ct azzurro Giampiero Ventura.
LANGELLA, L’ASSO DI DELNERI. Nella Dea con Cristiano Doni tra le linee, Sergio Floccari unica punta pura, Riccardo Zampagna in rotta invernale col tecnico e le riserve di gol Zlatan Muslimovic e Simone Inzaghi (a secco), il nativo di Napoli cresciuto a e nel Sorso era uno che sgroppava a e da sinistra. Normale, per chi veniva dalla gavetta, avere la squadra in testa e poi magari, se capitava, anche il gol. Quando la metteva, il risultato era spesso in cassaforte. A segno (di testa, da Ferreira Pinto) con la Lazio, nella doppietta (destro e mancino) di Catania, da raddoppiatore nel 5-1 al Napoli e apripista (di testa) nel 4-1 all’Empoli a Bergamo, entrambe le volte (due destri) col Milan e nel 2-2 interno (di destro) con la Reggina, Langella, di spalle larghe e dalla progressione inarrestabile, aveva un bel sinistro soprattutto per crossare pur sapendo calciare benone col piede debole. Peccato averlo dovuto salutare, lui che era arrivato da svincolato, dopo una sola annata.
LANGELLA, UNO DELLA GAVETTA. Il pane nero degli anni della formazione? Castelsardo, cinquina di rivoluzioni terrestri tra i dilettanti, e quindi la Torres, abbracciando il professionismo alla fine del secolo scorso. Importante anche il biennio casteddaio alle soglie dell’approdo nella massima serie: manita d’anni pure lì. Nella primavera del 2008, ecco il contratto quadriennale firmato con l’Udinese, sempre da parametro zero, e il prestito ai Mussi Volanti. Il 27 giugno 2009 passa in compartecipazione al Bari neopromosso: corsa finita a novembre e rescissione il 26 settembre 2011. Non era uno qualunque, viste le tre partite in Nazionale sotto Marcello Lippi: le amichevoli, tutte giocate nel secondo tempo, con la Russia al Sant’Elia, con l’Islanda a Padova e con l’Ecuador a New York, nell’anno di grazia 2005, premio alla primissima stagione in A. Tanti auguri.