Il dilemma legato al fenomeno a sorpresa. L’ex profugo Cisse sospeso tra l’addizione all’attacco del Gasp e il ruolo di bomber da Primavera

Il vantaggio a rimorchio di un rigenerato (sesta stagionale) Federico Pagani, partner con cui si trova a occhi chiusi senza averci mai giocato in precedenza. L’assist per l’imbucata del raddoppio, quarta volta che i due si sono cercati e trovati, equamente divise. Infine, di riffa e di raffa, la ciabattata di esterno del tris riprendendo il flipper Oliveri-Pagani (nuca)-Renault. Tutto o quasi, sicuramente quel che conta, nel secondo tempo, giusto per confermare la natura di nuovo fenomeno in sboccio nella serra di Zingonia dove si scalda al sole da un freddi febbraio. Moustapha Cisse, il match winner di Bologna al piano di sopra alla prima presenza alle soglie dell’ultima pausa dei campionato per le Nazionali, a quello di sotto ha appena ingranato quarta e quinta il rapida successione. Aprendo un dilemma. Con Massimo Brambilla per scalare l’erta verso i playoff e, perché no, lo scudetto Primavera lasciato nel 2021 dopo un biennio di dominio incontrastato all’Empoli, battuto nella semifinale di Coppa Italia di categoria soprattutto grazie alle prodezze in premessa, oppure addizione fissa all’attacco di Gian Piero Gasperini alla caccia dei bottini buoni a riconquistarsi un posto al sole in Europa (League?) anche per la prossima annata?

CISSE, IL FENOMENO CONTESO. Ormai il diciottenne della Guinea, rifugiato politico che a farsi un nome nel calcio nostrano ci ha messo il tempo del guizzo (mancino) della vittoria fra le più difficoltose dei big dell’Atalanta, viene aggregato e convocato in pianta stabile dall’unica formazione bergamasca per cui il risultato conti davvero. Nessun obbligo di mietere trofei a livello Under 19, ci mancherebbe. E difatti, dopo lo svuotamento progressivo del serbatoio di fenomeni, da Barrow a Piccoli passando per Colley, Kulusevski e Diallo, solo la seconda Supercoppa di fila con la Fiorentina, guarda caso l’avversaria della finalissima della Coccardina il 27 aprile nonché tricampione uscente, e l’assalto sfumato al terzo titolo tricolore di fila. Sesta a 42 punti e per adesso in zona post season, alla Baby Dea mancano però altre otto stazioni per prolungare il binario: Bologna e gli stessi Buscè-boys tra domenica (13) e mercoledì (14) prossimo al Centro Sportivo Bortolotti, a Pescara a pranzo il sabato successivo, il Genoa alle 16.30 mercoledì 20, quindi la Spal, il Verona, il Torino e il Sassuolo.

CISSE: ADDIZIONE O BOMBER? Il recupero fisico di Duvan Zapata, nondimeno, depone a favore delle briglie sciolte al ragazzo e all’ammiraglia del vivaio, impossibilitata, dopo la frattura al quinto metatarso del torello Tommaso De Nipoti e con Adi Fisic fermo al palo, a prescindere dalle prodezze del secondo Cisse della storia atalantina a tiro (lungo) del connazionale Karamoko. Leggi uno-due a cavallo dell’intervallo per metterla in carreggiata nel 3-1 a casa Milan il 27 febbraio, al vernissage atalantino, sinistro servito da Lorenzo Bernasconi e destro da Alassane Sidibe, mezzala d’origine che la fa da cannoniere scelto da decina secca più uno in regular season (14 totali), più la zuccata per tramutare in gol-vittoria la punizione di Andrea Oliveri col Napoli. Siamo a cinque sinfonie su sei allacciate di scarpe, sei su sette considerando il mondo dei grandi. Da sorpresa a certezza, la domana è sempre quella: a chi serve di più? Al profeta di Grugliasco l’ardua sentenza, anche perché l’omologo di Vimercate ripete da anni che la struttura intera è al servizio del collega anziano. Risorse tecniche in primis.