
Vi proponiamo “l’articolo del tifoso” nerazzurro scritto da Paolo Andrea Corna e inviato alla nostra redazione
“La fine di un’era? No. Nel mio lavoro i dati sono alla base di tutto. Come consulente di marketing digitale non mi posso permettere di arrivare da un cliente e suggerire strategie senza aver prima fatto i cosiddetti compiti a casa. I miei compiti a casa sono i dati. Da tifoso a oltranza della Dea – e tengo particolarmente a questo “a oltranza” – oggi più che mai necessito di analizzare i dati: è l’unico modo per comprendere questa stagione. Osservare i numeri però non è semplice, è un pó come interpretare la Bibbia: si puó incorrere ad errori grossolani e fondare cosí una nuova religione di punto in bianco. Ci sono due numeri che necessitano una riflessione: infortuni e goal in meno. Agli infortuni sì alcuni siamo riusciti ad ovviare, ma i 20 goal in meno dello scorso anno hanno un nome e un cognome: senza il nostro terminale offensivo, il gioco del nostro Vate non trova sbocchi. Duvan Zapata per noi é tutto: una punta che fa salire la squadra, che crea varchi, che sposta le difese, che fa goal e che li fa fare. È inutile ad oggi parlare di stagione fallimentare o di fine di un ciclo: ci saranno certamente calciatori che lasceranno Bergamo, ma ce ne saranno altri che arriveranno. Il ciclo finirà quando Gian Piero Gasperini se ne andrà. Il nostro direttore d’orchestra, amato o no, è l’artefice unico di questo ciclo. Abbiamo 8 partite da giocare, 24 punti sul piatto e un’Europa League che potrebbe, nella migliore delle ipotesi, regalarci una finale come Atalanta Barcellona. L’unico match degno di nota è quello con il Milan, gli altri sono assolutamente alla nostra portata: partite che potremmo vincere senza difficoltà e non lo dico con arroganza, lo dico pensando di nuovo ai dati: in questo momento di campionato la nostra squadra, come ogni anno, è atleticamente superiore alle altre. Duvan sta rientrando poco alla volta; Boga poco alla volta si ambienterà e il gioco non manca: non è mai mancato. Abbiamo un portiere che necessita fiducia e quest’anno gioca a Bergamo, non a Udine: le ambizioni nostre sono diverse da quelle dei friulani e un po’ di insicurezza è normale. Cerchiamo di avere fiducia e non dimentichiamo che gli anni del Gasp sono anni eccezionali: stiamo vivendo un momento eccezionale e il bello deve ancora venire. La nostra normalità era salire e scendere dalla B e cercare di arrivare a 40 punti: ora, con la nuova partecipazione americana, potrebbero salire gli ingaggi facendo in modo di attirare altri giocatori a Bergamo. Il nostro futuro è scritto: arriveranno delle gioie”.
