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Gasperini: “Le figurine Panini sono state la mia infanzia”

Il tecnico di Grugliasco ospite assieme al suo vice Gritti

Gian Piero Gasperini presenzia questa sera presso Daste Bistrò alla presentazione del libro dedicato alla famiglia Panini L’album dei sogni” di Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta. Presente anche il suo vice Tullio Gritti, al suo fianco sin dai tempi di Genova. L’evento sarà trasmesso in diretta dal canale Twitch La Maglia Sudata”.

21:17  Esordisce così il tecnico nerazzurro: “Le figurine segnavano la nostra infanzia perché erano veri e propri primi piani dei calciatori dell’epoca, era un’emozione indescrivibile. I campioni più ambiti erano Rivera, Mazzola o comunque in generale quelli delle big. Inscenavo vere e proprie partite, conoscevo tutti i calciatori di Serie A e B. Avevamo sempre in tasca le figurine. Con le valide si compravano poi dei gadget, e il più ambito erano la borsa della Panini stessa. Mio papà mi faceva delle sorprese, perché al lunedì comprava Tuttosport, lasciandomi le figurine in mezzo al giornale. Le figurine restano anche oggi una grande sorpresa”.

Il momento dello scatto delle figurine era una festa anche per noi calciatori, anche se spesso erano scattate contro sole. Alla lunga- continua Gasperini – era poi tanta la voglia di andare a rivedersi sull’album. La mia unica istantanea per intero è quella di Pescara, nella mia unica esperienza nel massimo campionato. Il calcio resta uno sport unico, per caratteristiche e per la popolarità che ha in tutto il mondo anche oggi, basti vedere la popolarità che ha ora in Paesi come Cina e Stati Uniti“.

DIFFERENZE GENERAZIONALI  “I calciatori di oggi sono diversi rispetto al passato? È cambiata la vita e quello che sta attorno, ma potenzialmente sono sempre gli stessi. Oggi i ragazzi sono molto più agevolati, per dirne una noi a 20 anni andavamo a discutere i contratti da soli, per cercare di ottenere premi e qualche soldo in più rispetto al rinnovo precedente. Adesso questo non esiste più. Da un lato questa situazione permette di avere più conoscenze, ma forse manca un po’ di personalità nell’affrontare le cose. Indietro non si torna, ad ogni modo”.

IL RAPPORTO CON I GIORNALISTI “Quando giocavo a Pescara ricordo che avevo rapporti costante con i giornalisti, però c’era maggior fiducia. Tante volte devi comportarti in maniera difensiva di per sé. Io sono molto poco ipocrita, allora anche per questo scelgo di stare zitto”.

IL LIBRO  Il libro avrà davvero molto successo. Credo che racconti molto bene alcuni spaccati del Novecento, ci ho rivisto molti racconti di zii e genitori”.

L’AMBIENTE ATALANTA Sin da quando sono arrivato vedevo una squadra in cui potevano giocare i giovani, a differenza di quanto accadeva in passato. Vedevo sempre, da avversario, lo stadio pieno. Ho percepito Bergamo come una realtà in stile Bilbao, vedevo un settore giovanile importantissimo. C’erano ragazzi molto strutturati e con input importanti: da Caldara e Conti fino ad arrivare ai più recenti Scalvini e Bastoni. Io ero stato ben chiaro sin dall’inizio, ma avevo dovuto tagliare alcune teste all’inizio: non c’era nessuna cultura in questo senso. La partita con il Napoli del primo anno, poi, ha dato una svolta. Avevamo delle partenze impressionanti, eravamo fortissimi dal punto di vista fisico soprattutto nelle prime due stagioni. Sei anni nel calcio sono un qualcosa di enorme, noi siamo stati molto capaci e bravi a modificare il DNA della società, rendendola internazionale. Eppure si sente molto la familiarità con la città, anche se con la pandemia c’è stato un po’ di distacco per ovvi motivi. Spero prima o poi Zingonia possa riaprire ogni tanto alla gente”.

LE IDEE  “In ogni campo c’è competizione oggi. Quello che fai oggi domani diventa vecchio. L’importante è mantenere alcuni valori, però si devono accettare i cambiamenti”

COSA NON RIFAREI? “Se guardi tutte le partite noi dobbiamo prendere le decisioni prima. L’avversaria peraltro incide molto. Nella partita con il PSG magari si poteva insistere di più su qualche accorgimento nel finale. Penso che la vera umiltà in generale stia nel cercare di migliorarsi ogni giorno. Se si subisce un torto non bisogna stare zitti, quella non è umiltà. Quando ci viene detto che non abbiamo vinto niente mi viene da sorridere: abbiamo battuto tutti i record. Detto questo, lavoreremo per cercare di vincere lo Scudetto un domani”.

AVVERSARI IMPRESSIONANTI “Il ritmo non lo dettiamo noi, ma l’avversario. Se gioco contro chi va molto forte devo reggere i suoi livelli. Squadre come City e Liverpool sono difficili da fronteggiare, ma affrontare i più forti ti consente di imparare. Non ho mai pensato che fossimo i più forti, ma siamo stati i più bravi. Quest’anno lo siamo stati meno, pur avendo uno spogliatoio senza problemi”.

Tullio Gritti ricorda invece come, pur non avendo una figurina favorita: “L’obiettivo principale fosse finire l’album il prima possibile. La mia figurina che preferisco è dei tempo di Verona. Con mister Gasperini ho un rapporto molto profondo da tempo, siamo sempre assieme” 

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1 anno fa

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