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L’Europa è lontana. Perché non imporre il ritiro alla squadra?

Dopo il pari stentato con la Salernitana che la lascia all’ottavo posto, fuori dall’Europa, l’Atalanta riposa. Un ritiro avrebbe dato la scossa

Altri due punti persi in casa con la Salernitana dopo gli altrettanti col Torino dicono malissimo, eppure martedì si vive un day after da rompete le righe. Svuotata di spirito e mancante d’intensità, per ammissione a bocce ferme del suo profeta, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini si allontana dall’Europa più per un’obiettiva crisi d’identità e di idee che per l’aritmetica. L’appaiamento alla Fiorentina vale zero, causa scontri diretti a sfavore, mentre le romane rimangono a distanza di un bottino pieno, coi viola comunque attesi al barrage tra concorrenti ospitando i giallorossi e la Juventus come ostacolo per la Lazio alla penultima giornata e gli stessi Italiano-boys al sipario, mentre i bergamaschi tra Spezia ed Empoli renderanno visita al Milan attuale capolista. Domanda lecita: perché, per dare la scossa, invece di lasciare il giorno di riposo la squadra non è stata chiusa in ritiro, a Zingonia o altrove, fino a fine campionato?

L’EUROPA VAL BENE UN RITIRO. Una soluzione del genere è stata adottata perfino dal Napoli, terzo e fino a poco fa in lotta per lo scudetto, a tempo indeterminato, a decorrere dal clamoroso ko in rimonta subìto a Empoli il Giorno della Liberazione. E i Ciucci da quest’ultimo turno sono matematicamente in Champions League. Figurarsi se non si può adottare una simile misura a Bergamo, quando in palio c’è la sesta partecipazione consecutiva a una competizione Uefa, condizione primaria per fare mercato in vista degli introiti, per quanto ridotti rispetto alla regina delle coppe, e ormai ragion d’essere della provinciale più sprovincializzata che esista. A che pro, altrimenti, ovvero se a Europa o Conference League non ci si tiene, come si sta drammaticamente dimostrando in campo e fuori, aver assoldato Lee Congerton per il delicato ruolo di “responsabile dello sviluppo internazionale dell’area sport”?

IL CLUB E IL CRUCCIO EUROPA. Se non ci pensa l’allenatore, che comunque in sala stampa lunedì sera ha fatto capire nemmeno troppo tra le righe di aver ormai spremuto il massimo da un gruppo in evidente difficoltà oltre il giro di boa, leggi 18 punti in 16 match di campionato, una media quasi da retrocessione, dovrebbe essere la società a prendere provvedimenti. Perché il silenzio, ricalcando le orme dei prepartita e ultimamente anche di due dopogara saltati dall’uomo in panchina, lascia inevitabilmente spazio alle supposizioni, prima fra tutte che continuare a farsi un nome fuori dai confini nazionali non interessi poi ‘sto granché. Non basta affidare perfino al buon Tullio Gritti, fidatissimo vice del mister, le recriminazioni sui casi VAR propri e altrui. Un alibi che si sbriciola di fronte ai fatti nudi e crudi a pelo d’erba. L’Atalanta, a forza di non comunicare per scelta deliberata, rischia di finire per confermare anche sul campo di non aver nulla da dire. Possibile, dopo tutti questi anni passati a sognare e a far sognare i tifosi? Un ritiro per responsabilizzare le risorse tecniche, facendo ritrovare loro l’ambizione di chi non s’accontenta della salvezza e basta, non sarebbe una risposta ai troppi dubbi assillanti di questo periodo sportivamente infelice? Oppure bisogna pensare che il tecnico abbia perso il polso della squadra e ormai sia tutto inutile?

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Andrea
Andrea
1 anno fa

Io penso che il ritiro, per un calciatore, sia un po’ visto come una punizione. A questi giocatori, che in questi anni probabilmente hanno fatto più di quello che potevano, non si vuole dare un messaggio di questo tipo. A Bergamo c’è la riconoscenza verso i giocatori che furono (Denis esempio lampante). Poi bisogna considerare che probabilmente c’è aria di smobilitazione. Gasperini mi sa che ha un piede in Inghilterra (spero fortemente di sbagliarmi), molti giocatori, giustamente, vogliono cambiare aria. La nuova società, dopo aver cambiato mezzo cda, cambierà i giocatori e l’allenatore. Motivo: Perché non sono stati scelti da… Leggi il resto »

Gianni
Gianni
1 anno fa
Reply to  Andrea

condivido
il Ritiro poi è una misura da medioevo a cui ricorrono solo le società a corto di idee e talenti.
e poi abbiamo visto tutti cosa è poi successo a Napoli…
credo che giocatori e staff che tantissimo hanno dato e raccolto in questi anni siano perfettamente in grado di restare concentrati e motivati. E un anno di vacche magre (neanche tanto magre…) ci può stare dopo i fasti degli anni scorsi.

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