Sono svariati gli aspetti logici che sembrano rendere difficile la separazione dal tecnico di Grugliasco
L’Atalanta 2022/23 giocherà le coppe europee? Se sì, quale tra Europa e Conference League? Oltre a queste due campali domande, però, i tifosi nerazzurri in questo momento sono incuriositi ancora di più da un topic di primaria importanza: Gian Piero Gasperini rimarrà in sella, allungando così i propri galloni da tecnico di gran lunga più longevo di tutto il campionato? Ad oggi, tra indiscrezioni e connessioni logiche, sembra più probabile la permanenza rispetto alla separazione. Proviamo a capire perchè in cinque brevi micro-temi.
LA DURATA DEL CONTRATTO Nel film The Founder dicevano che: “I contratti sono fatti per essere stracciati”. Vero anche questo, e di mezzo c’è stato anche un cambio di quote societarie, ma l’accordo tra Gasperini e l’Atalanta scadrà il 30 giugno 2024, con in dote addirittura un’opzione per la stagione successiva. Inutile dire, però, che la situazione diventerebbe gravosa per il club se si dovesse scegliere mai di cambiare strada rispetto agli ultimi sei anni: significherebbe tenere a libro paga, salvo eventuale ingaggio altrove, un tecnico che guadagna più di 3 milioni netti l’anno.
IL DIRITTO DI VETO DEI PERCASSI Negli accordi regolanti il rapporto tra i Percassi e la cordata americana, pubblicati in parte nei giorni scorsi da Calcio&Finanza, emerge come serva il parere favorevole di due soci legati a Odissea (la holding in dote ad Antonio Percassi stesso: “la sottoscrizione, modifica o risoluzione di qualsiasi accordi con calciatori e/o allenatori con remunerazione netta complessiva superiore a 3 milioni di euro annui”. Al momento l’unico tesserato dell’Atalanta che percepisce un compenso di questo tipo è lo stesso allenatore. Una clausola che sembra quasi voler salvaguardare il futuro del tecnico di Grugliasco, da sempre cardine del progetto, a Bergamo.
LA SINTONIA CON CONGERTON Molti beninformati parlano di una buona sintonia tra lo stesso allenatore e il nuovo responsabile dell’area tecnica Lee Congerton, con le prime linee guida relative al prossimo anno che sarebbero state addirittura definite.
LE DICHIARAZIONI Delle parole degli allenatori è necessario fidarsi fino a un certo punto, ma in più circostanze Gasperini, lunedì compreso, ha parlato di quello che spera sarà il futuro a Bergamo: “Io lavoro per l’Atalanta e se si ripartirà, come spero, sarò con un rinnovato entusiasmo”. Il tutto, ovviamente, a patto che si continui a dare retta alle sue direttive e si creda ciecamente nel suo lavoro. Gasperini, si sa, è così: tutto d’un pezzo e coerente, pronto a morire con le proprie idee e i propri princìpi. Il primo a confermarlo è lo stesso ex mister del Genoa: “Se è un problema tattico, di 4-4-2 o 4-3-3, basta cambiare l’allenatore”.
DUE TOTEM IN UN COLPO SOLO? FORSE TROPPO Già da due mesi, fummo noi tra i primi a parlarne con relative probabili future mete, si parla dell’ormai prossima uscita di Giovanni Sartori dai quadri nerazzurri. Il Cobra è stato, peraltro, meno operativo del solito negli ultimi mesi, quasi a sfilarsi pian piano dalle dinamiche operative dell’area sportiva. Perdere in un colpo solo i due totem del boom a tinte nerazzurre, però, sembrerebbe essere una scommessa sin troppo cimentosa. A maggior ragione se, come ben si sa, il rapporto tra i due non è mai stato eccessivamente irenico, soprattutto in alcuni momenti.
