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Candeline per Antonio Paganin e Borriello

Candeline di marca atalantina per due sabato 18 giugno: Antonio Paganin e Marco Borriello, nerazzurri per poci

La giubilazione della Godigese di Castello di Godego (Treviso), l’11 maggio dell’anno scorsi, offre la dimensione dell’Antonio Paganin allenatore, fermatosi al biennio in Eccellenza veneta. Da difensore, nato marcatore a uomo, invece, una militanza ben più lunga, ma con una sola stagione all’Atalanta. Il vicentino fratello d’arte, il maggiore di Massimo, nerazzurro a sua volta nel nuovo millennio, a Bergamo ebbe come allenatore Emiliano Mondonico arrivando a contendere nel 1995-1996 la Coppa Italia alla Fiorentina. Solo mezza annata, al contrario, per l’altro festeggiato del 18 giugno, il tronista del gol Marco Borriello, che se la sfanga alle Baleari da ambasciatore e direttore sportivo dell’UD Ibiza, la società di Segunda Division del ritiro il 30 gennaio di TRE anni or sono. I due festeggiati di oggi spengono rispettivamente 56 e 40 candeline.

PAGANIN, DALLA PROVINCIA AL MONDO. Bobo Vieri e il Cobra Tovalieri in avanti, Mimmo Morfeo appena dietro e Paolo Montero a dirigere la retroguardia con Valentini, Herrera, Boselli e Luppi, la Dea del Mondo e di Paganin I si schierava a 4 con l’uruguaiano libero o a 5. Reduce dal quinquennio all’Inter, lui, compagno nell’ultimo biennio di permanenza con il consanguineo di 4 anni più giovane, a Bergamo assommò 35 presenze di cui 8 nel trofeo della coccarda. Nativo di Vicenza, cresciuto nel Bologna (scudetto Allievi ’82) e svezzato nella Sampdoria (Coppa Italia ’85 e ’88) di Mantovani, Borea, Vialli e Mancini (altro prodotto di Casteldebole), dopo il biennio nell’Udinese (1988-1990) nella Beneamata ottiene la Coppa Uefa (’91 e ’94) con Trapattoni (più Klinsmann e Matthäus in campo) e Marini (sostituto di Bagnoli; Sosa e Bergkamp le stelle), quindi Dea, Hellas Verona e calcio dilettantistico nella Regione d’origine fra Torri Quartesolo (1997-1999) e Montecchio. Scarpe al chiodo trentasettenne, quindi mister: Gan Thiene Villaverla, Longare Castegnero, gli Allievi Nazionali e la Berretti del Bassano Virtus, una parentesi dal 10 aprile 2014 come selezionatore della Rappresentativa Under del girone C della Serie D e il 13 giugno 2014, il Giorgione e il Campodarsego.

BORRIELLO, IL TRONISTA DEL GOL. L’Ibiza (Eivissa), all’inizio raggiunta da giocatore-diesse-vice di Pablo Alfaro, è stata la quindicesima maglia in carriera del napoletano di San Giovanni a Teduccio. Da noi, giunto un po’ sovrappeso, 15 presenze e 4 palloni in porta agli ordini di Edy Reja nella seconda metà del 2015-2016. A bacheca già pienotta, scudetti con Milan (’04) e Juventus (’12, Antonio Conte) più la Champions ’07 sempre sotto Carlo Ancelotti, non fu mai prolifico come sotto Gian Piero Gasperini (2007-2008) al Genoa, 19 in campionato in 35 match. 127 le reti (più 7 nelle nazionali giovanili azzurre, di cui 6 in Under 21) nella carriera di club per Borriello, a segno con ciascuna delle 12 casacche indossate in serie A. L’ultimo con la Spal, all’esordio casalingo a 49 anni dei ferraresi dalla volta precedente al piano di sopra, apripista nel 3-2 all’Udinese al “Mazza”. Un’avventura, da bomber gradito a rotocalchi e platee femminili, iniziata sul campo Buonocore nel quartiere d’origine.

BORRIELLO, METEORA DA POKER. Orfano a 11 anni del padre Vittorio, ammazzato dalla camorra, completa la formazione nel vivaio rossonero (1996-1999) e a Treviso (1999-2001). Altri giri di corsa al massimo? 2009-2010 col Diavolo di Leonardo, Pirlo e Ronaldinho (15), Roma 2010-2011 (17; allenatori Claudio Ranieri e Vincenzo Montella), ancora il Grifone nel 2012-2013 (12; De Canio-Delneri-Ballardini) e la ventina piena al Cagliari (2016-2017, 4 in Coppa Italia alla Spal). Il primo dei due ritorni, specialità completata dai quattro a Milano e dai due in giallorosso. All’attivo, anche Triestina, Empoli, Reggina, Sampdoria, West Ham e Carpi da cui arrivò in prestito a Bergamo. Non male il poker atalantino a referto in una settimana, tra 17 e 24 aprile, tra la doppietta nel 3-3 a rincorsa con la Roma e il successo di misura da salvezza col Chievo, inframezzati dall’acuto di Palermo. Prima punta nel 4-3-3 e 4-2-3-1, con un Papu Gomez ancora non protagonista assoluto e ospitato in futuro nei camp(us) a Ibiza, e un Alino Diamanti a sprazzi. Tanti auguri.

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