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Gasperini-Atalanta, un matrimonio eccezionale

Atalanta gasperini

Libero dedica un approfondimento al tecnico dell’Atalanta e al rapporto con il club, che dura da oltre sei anni

“Sono sei anni, quattro mesi e quattro giorni che Gian Piero Gasperini siede sulla panchina dell’Atalanta. Più del doppio rispetto a Stefano Pioli (3 anni e 9 giorni), secondo nella classifica degli allenatori al momento più longevi della serie A”. Inizia così l’approfondimento che Libero dedica a Gasperini e all’Atalanta, sottolineandone la longevità del rapporto fra tecnico e club. “Gasp è un caso limite. Secondo l’ultimo rapporto del CIES, la permanenza media degli allenatori in Italia è 384 giorni, poco più di un anno”.

RIVOLUZIONE GASP. “Pochi mesi fa, quando l’Atalanta chiudeva la peggior stagione nell’era Gasperini si pensava che il ciclo fosse definitivamente chiuso. Invece il tecnico ha avuto la straordinaria capacità di accantonare il pensiero e trovare nuove motivazioni nella routine bergamasca chiedendo alla società un mercato movimentato che prevedesse l’addio di alcuni perni del vecchio corso (Pessina, Freuler, Ilicic, Gosens) e l’arrivo di giovani coerenti con il proverbiale gioco intenso e aggressivo”.

GIOCATORI DA ALLENARE. “Gasperini infatti ora può contare su giovani formati in vivai solidi come quello di Red Bull (dal Lipsia proviene Lookman) o del Copenaghen (Hojlund, seppur via Sturm Graz). A questi si sono aggiunte le novità della serie A (Soppy dall’Udinese e Ederson dalla Salernitana) e le primizie del vivaio di Zingonia, Okoli e Scalvini, che Gasp aveva bisogno di avere in rosa per trovare una nuova motivazione nel suo lavoro a Bergamo. Con tutti questi nuovi talenti a disposizione, il mister ha trovato nuovo pane per i suoi denti. Diamanti grezzi da levigare, la sua specialità, ed è tornato a divertirsi come un pazzo”.

METODO ATALANTA. “Anche il metodo-Atalanta contribuisce ad allungare il ciclo di Gasperini. Ogni estate, il club rinnova di un anno il contratto del mister, mantenendo una stagione di margine sulla scadenza. È un modo furbo per evitare destabilizzanti voci di addio e, di contro, mantenere la durata del contratto limitata, così da poter intervenire in caso di crisi. In Italia, solo il 15% degli allenatori dura più di due anni alla guida della stessa squadra”.

GASP VERSO I RECORD. “Ha superato per longevità Nevio Scala al Parma (1989-1996), Garbutt al Napoli (1929-1935) e Boskov alla Sampdoria (1986-1992), ha raggiunto il Nereo Rocco bis al Milan (1967-1974) e si avvicina alle otto di Herrera all’Inter (1960-1968) e Carlo Ancelotti in rossonero (2001-2009) e alle dieci di Trapattoni alla Juventus (1976-1986)”. 

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Riccardo
Riccardo
1 anno fa

Infatti , su un sasso che rotola non cresce mai l’erba. La pseudo modernità degli ultimi venti anni degli allenatori che girano e calciatori idem , fanno parte di un business , legittimo , ma non vedo grandi evoluzioni qualitative tipo la scuola e la filosofia di gioco di Sacchi , Guardiola , e con l’Atalanta Gasperini . Anche i clubs del giro di miliardi , per il puro gioco del calcio , non rappresentano effettiva crescita tecnico spettacolare . Se non sei tifoso di tuo , dopo 20 minuti di qualsiasi partita , la noia ti assale e dormi… Leggi il resto »

Molamia
Molamia
1 anno fa

Troppi brindisi! Qui si mette male.

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