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“900 mila utenze pirata”: la mega inchiesta dei pm di Catania

Serie A

Partite e serie tv in streaming, 900 mila utenze pirata per 30 milioni al mese di truffa: indaga la Procura di Catania

Serie tv e soprattutto partite di calcio, da dispositivi mobili, su utenze piratate e illegali. La Procura della Repubblica di Catania, secondo quanto riporta il Corriere dell’Economia,  sta indagando su un giro d’affari di 30 milioni al mese e 900 mila abbonamenti piazzati sul mercato nero da un’organizzazione che dalla Sicilia raggiunge anche Inghilterra, Germania e Tunisia, anche basi logistiche della colossale truffa. Sono 70 le persone iscritte nel registro degli indagati nell’operazione “Gotha”: nel mirino, lo streaming audio-visivo pirata, nell’operazione denominata “Gotha”.

900 MILA UTENZE PIRATA. Nella mattinata di venerdì sono scattate le perquisizioni della polizia postale nelle basi utilizzate dall’associazione a delinquere, che aggira(va?) i sistemi di sicurezza delle piattaforme che offrono sport, serie tv, film e intrattenimento online. Oltre a Catania e Palermo, verifiche a Bologna, Perugia, Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Brescia, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila, Taranto.

L’INCHIESTA DI CATANIA. L’operazione, secondo fonti delle forze dell’ordine, dovrebbe aver bloccato circa i sette decimi degli accessi streaming fuorilegge in tutto il Belpaese. Tre utenze su quattro sarebbero attive per guardare gli eventi a prezzi stracciati. Non si tratta di più siti web, bensì di un’unica grande piattaforma di servizi on demand per un danno da 30 milioni al mese. Secondo le stime della Fepav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), gli abbonamenti pirata in Italia sfiorano i 2 milioni, con circa 21mila persone che seguono sport e serie tv in modo illegale. Chi vede le partite pirata, secondo l’articolo 171 octies del Codice penale, rischia una multa fino a 25.822 euro e una pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione.

L’INCHIESTA A PERUGIA. Coinvolto, infine, il Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Perugia che ha eseguito una perquisizione nei confronti di un reseller in zona. Il 46enne si sarebbe occupato di acquisizione e gestione della clientela interessata ai prodotti illegali. Gli agenti sono entrati nel domicilio suindicato figendosi ufficiali giudiziari, sorprendendo così il padrone di casa cui è stata contestata seduta stante una stanza di regia della rete di streaming pirata con tanto di conteggio dei ricavi. Denunciato a piede libero, i suoi mezzi informatici sono a disposizione degli inquirenti catanesi.

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1 anno fa

Lo sanno…pene certe e salate

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var
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