
Lo svedese è stato capitano e il simbolo dell’Atalanta per otto stagioni, calciatore di tattica e qualità…
Non ha mai rinunciato ai colori nerazzurri in quegli otto anni, fra il 1984 e il 1992, perché Glenn Peter Strömberg (nato il 5 gennaio 1960 a Brämaregården) aveva messo le radici e il cuore nella sua Bergamo. Un centrocampista di tattica e qualità che ‘Marisa’ non voleva farsi chiamare e si sbarazzò di quel nomignolo a suon di gol: 18 reti in 219 apparizioni con la maglia nerazzurra, cui ne vanno aggiunte diverse in Coppa Italia e in campo europeo. Memorabili le sue partite in Coppa delle Coppe nella stagione 1987-1988, l’unica in Serie B per lui ma la più emozionante, e quel gol sbagliato davanti alla porta che costrinse la Dea a fermarsi in semifinale contro i belgi del Malines: era il 20 aprile 1988 e i nerazzurri di Mondonico sfiorarono una storica finale. Nel 1985 è stato nominato ‘Calciatore svedese dell’anno’, vincendo il Guldbollen.
A distanza di tanti anni dal suo ritiro, nel 2012 la Curva Nord in occasione dell’ultimo match casalingo fece una bellissima coreografia in cui erano state esibite sette bandiere con i sette nomi dei capitani storici dell’Atalanta e tra questi c’era anche Glenn Stromberg. Tutti ricordano commossi il saluto di quel 27 maggio 1992, quando il capitano, a soli 32 anni, calcò per l’ultima volta il Comunale tra gli applausi increduli dei tifosi bergamaschi. Appassionato di tennistavolo e commentatore in varie emittenti televisive, tra cui Sveriges Television, segue sempre da vicino e analizza nel dettaglio le imprese dell’Atalanta.
A lui vanno gli auguri di Calcioatalanta.it!
