La frase celebre sulla scelta della metà campo e quindi della curva sotto cui far attaccare l’Atalanta nel secondo tempo
Gianluca Vialli, di calcio e anche di Atalanta, la sapeva davvero lunga. Tanto da rimanere convinto, a decenni dal ritiro, di una verità assoluta: mai consentire ai bergamaschi di spingere sotto la Curva Nord nel secondo tempo. La scelta della metà campo, ribadì dopo una rimonta casalinga sulla Roma il 20 novembre 2016, è fondamentale.
VIALLI E LA CURVA NORD. “Io, se dovessi giocare a Bergamo, al momento del sorteggio con la monetina non farei mai attaccare l’Atalanta nel secondo tempo sotto la sua curva. Perché loro, quando attaccano sotto la loro curva, diventano devastanti. E non può essere un caso”, la frase celebre del bomber cremonese, da commentatore televisivo, dopo il ribaltamento dello score in uno degli scontri diretti dell’anno I di Gian Piero Gasperini in panchina.
LA MONETINA E LA CURVA. I giallorossi, quella sera, se ne accorsero a loro spese. Andando avanti col rigore di Diego Perotti a 5′ dall’intervallo per la carambola Dzeko-Salah sulla mano di Rafael Toloi e soccombendo alla stessa specialità di Franck Kessie al novantesimo per il trappolone teso dal dribblomane Papu Gomez all’attuale juventino Paredes. A mezza via, il rimpallo sulla testa di Mattia Caldara due scollinamenti oltre l’ora di gioco da cross dal fondo dell’ivoriano, la seconda grande plusvalenza gasperiniana a ruota della cessione pesante di gennaio Roberto Gagliardini. Tutto sotto la Nord. Aveva ragione il guerriero Vialli, arresosi oggi a una forza più grande di lui.