
Il tecnico nerazzurro, nella conferenza stampa-sfogo dell’ultima amichevole dell’anno, ha parlato di Europa come di un non-obiettivo. Ha ragione?
L’Atalanta non è, o non sarebbe, da Europa. O almeno, realisticamente, secondo la visione delle cose di chi la dirige dalla panchina, non può aspirare a fissare traguardi così altolocati. Il sasso nello stagno è stato gettato dalla mano di Gian Piero Gasperini. Nessuno conosce meglio di lui le potenzialità dell’organico affidatogli. Ma dall’alto del sesto posto dopo 15 giornate di campionato, parlare di obiettivo da non fissare, forse, significa mettere le mani avanti un po’ troppo in fretta. Come se i tifosi non dovessero più aspettarsi un tour oltre confine.
GASPERINI E L’EUROPA. Forse per battere sul tasto del rinnovamento anagrafico della rosa, all’insegna della triade “valorizzazione, vendita con plusvalenze e reinvestimenti”, il tecnico nerazzurro ha improvvisamente abbassato l’asticella delle ambizioni o degli obiettivi realistici. Pur tra mille rassicurazioni che la squadra e lui faranno il massimo per restare in alto, rimane la contrarietà del mister ai sogni continentali evocati dalla stampa “all’indomani dell’ottavo posto che è comunque il sesto miglior risultato di sempre”. Ha ragione lui? Che ne pensano i lettori di CalcioAtalanta? La palla passa a loro, come sempre sui temi scottanti e di stretta attualità.
