
Il laterale danese contro la Juventus ha convinto al di là del gol, non una sua specialità nell’Atalanta. Ma il ruolo è suo
Il gol della svolta. Un taglio per ricevere la palla del bomber tutt’altro che egoista Ademola Lookman e per Joakim Maehle, forse, stavolta la linea di demarcazione tra la normalità e un ruolo da leader in corsia è stata finalmente varcata. Ne sembra convinto L’Eco di Bergamo, che rimarca il rimescolamento continuo delle gerarchie dell’Atalanta sulle fasce nonché la rottura del ghiaccio stagionale con la porta nemica.
MAEHLE, ESTERNO NOTTE. Il notturno domenicale in casa della Juventus ha sublimato le doti di corsa e resistenza a due fasi del nazionale danese, che con la maglia patria è alle soglie della decina di marcature. Un dato importante, perché suona come un risveglio nel momento in cui anche il ventenne Matteo Ruggeri gli era davanti nelle scelte di formazione. In precedenza, porta bucata solo a Udine, col Venezia in Coppa Italia e nel 3-0 all’Olympiacos in Europa League. Tutto nella scorsa stagione.
MAEHLE, SVOLTA IN FASCIA? AAA continuità cercasi, poi il ruolo sarà suo. Preferibilmente a sinistra, perché Hans Hateboer è tornato in auge dall’altra parte. A consegnare l’ex del Racing Genk la maglia da titolare, infine, sono gli infortuni e le difficoltà di adattamento altrui: leggi Davide Zappacosta e Brandon Soppy. E lo zognese cresciuto nel vivaio, l’unico mancino del reparto, è ancora un po’ acerbo per tenersi il posto vita natural durante.
