
Di fronte, nell’anticipo della ventunesima al Mapei Stadium, due società modello per le plusvalenze al mercato
Saper vendere è molto meglio che comprare per il gusto di farlo, magari pensando di rafforzarsi senza badare ai risvolti di bilancio. E tra Sassuolo e Atalanta la maestria nel generale plusvalenze per potersi concedere investimenti nel futuro non solo non è in discussione: anzi, questa la tesi della Gazzetta dello Sport on line a firma dell’esperto di calciomercato Alessandro Vocalelli, è proprio il tratto comune che rende le due società un esempio per l’asfittico calciomercato della serie A.
IL SAPER VENDERE DELLA DEA. La conferma dell’assunto, per l’edizione on line del quotidiano in rosa, è la rigenerazione anafarica e tecnica dei nerazzurri grazie alla campagna estiva da triplo colpo, Ederson-Lookman-Hojlund. Un investimento (20+12 bonus compresi+17) che ha visto raddoppiare il valore delle due punte, reso possibile dal fieno in cascina dei precedenti esercizi, leggi Cristian Romero riscattato a giugno dal Tottenham per una cinquantina di milioni. Affare a ruota di molti altri, in cronologia inversa: Kulusevski alla Juve per 35 milioni, Bastoni all’Inter per 31, Kessie al Milan per 26, Diallo al Manchester United per 25.
SASSUOLO A QUOTA 100. Sette mesi all’incasso per i neroverdi, che arrivano a quota 100 in tema plusvalenze tra Scamacca, Raspadori e la fresca cessione di Traorè. Donde la chance di esibire e valorizzare i Laurienté di turno. Morale della favola: per crescere, per migliorare, è sicuramente importante saper comprare, sempre se si ha prima la capacità di alzare il prezzo per i gioielli di famiglia.
