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42 primavere per Matteo Brighi, poco fortunato a Bergamo

In nerazzurro giocò una sola stagione, contraddistinta da parecchi guai fisici.

Indicato come giocatore dalle prospettive importanti sin da quando, non ancora ventenne, viene portato alla Juventus da Moggi, Matteo Brighi non è forse riuscito a issarsi del tutto nel gotha dei centrocampisti più importanti del calcio italiano nella sua generazione, anche per via di una serie importante di guai fisici accusati negli anni. Restano, comunque, parentesi molto importanti della sua carriere in giro per l’Italia per lui, che dopo le ottime prove a Verona sponda Chievo trova nel 2007 un nuovo treno per una big. A dargli una chance di primo livello è la Roma vice-Campione d’Italia di Spalletti, che già all’epoca dispensava una delle proposte di gioco più d’interesse del Vecchio Continente ed era co-proprietaria del suo cartellino, visto che il ragazzo era rientrato nell’operazione che aveva portato Emerson in bianconero. Pur non essendo un titolare fisso viene apprezzato molto dall’ambiente per serietà e duttilità, con annesse reti in Champions molto importanti e pesanti. La linea spartiacque sulla sua avventura in giallorosso è, purtroppo, la brutta frattura del perone in occasione della gara contro il Milan dell’8 maggio 2011.

Di lì a poche settimane, nella parte giallorossa della Capitale, si verifica una mini-rivoluzione, a onor del vero sconfessata nel giro di dodici mesi: in panchina arriva Luis Enrique, giovane tecnico proveniente dalla formazione riserve del Barcellona e speranza di un possibile Guardiola-bis. Pep, infatti, aveva svolto un percorso analogo al suo: calciatore di livello e molto amato al Barça, poi in panchina partendo dalla squadra riserve blaugrana. Tra i calciatori che non rientrato nel nuovo progetto c’è proprio l’incontrista romagnolo, che nell’ultimo giorno di mercato estivo passa alla neopromossa Atalanta di Colantuono.

LA TAPPA DI BERGAMO– Nel 4-4-1-1 sembra ambire ad un posto da titolare al fianco dell’organizzatore di gioco Cigarini, ma, nonostante dei primi segnali incoraggianti, non troverà mai una maglia dal 1’ con continuità, anche alla luce di tre problemi muscolari parecchio importanti accusati, che lo vedono di fatto chiudere il suo campionato con ampio anticipo, già a marzo. 11 i gettoni totali collezionati in tutto, di cui 8 da titolare: fosse stato meglio fisicamente, senza dubbio, si sarebbe parlato d’altro, anche perché il tecnico di Anzio aveva sempre mostrato fiducia nei suoi confronti. Le tappe successive della carriera si strutturano, con alterne fortune, tra Torino (contribuirà una qualificazione in Europa League, palcoscenico europeo che mancava da 12 anni per i granata), Sassuolo, Bologna, Perugia e Empoli.

 

Dallo scorso agosto è nello staff di Nicolato in Under 21, con un Europeo a giugno in cui sarà importante fare buona figura e vari talenti da crescere al meglio in coabitazione con Mancini in Nazionale A. La società che nelle ultime convocazioni ha fatto registrare il maggior numero di ragazzi selezionati provenienti dal proprio settore giovanile è proprio l’Atalanta. Matteo, vedendo i vari Carnesecchi, Okoli e Cambiaghi in allenamento, magari con qualche rimpianto, ripenserà a quella stagione trascorso a Zingonia…

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