
Da 4 partite il tecnico milanista difende a tre. Come il dirimpettaio di domenica sera. Una scelta che pagherà?
Fino a poche settimane fa nessuno avrebbe scommesso che Stefano Pioli avrebbe finito per adottare una difesa alla Gian Piero Gasperini come soluzione a tutti i mali del Milan. Eppure il triplo successo di misura contro Torino, Tottenham e Monza sta dando ragione alla rivoluzione tattica dell’allenatore nemico nel big match della ventiquattresima. Il cui unico dubbio è tra l’ex Simon Kjaer e Fikayo Tomori.
DIFESA: PIOLI COME GASPERINI. Dopo aver perso nel derby, sempre di corto muso, all’esordio della nuova strategia, il tecnico di Parma ha insistito lo stesso nell’imitazione di quello di Grugliasco. Kalulu è il punto fermo, Malick Tiaw l’elemento duttile che può fungere da perno o braccetto dall’altra parte, Saelemaekers o Messias gli esterni alti adattati a destra a tutta fascia, almeno fino al rientro del capitano Davide Calabria. Di là, Toloi-Palomino-Scalvini sembra il terzetto favorito. E le recenti magre di Merih Demiral c’entrano poco, essendo squalificato.
IL SEGNO DEI TRE. Per una retroguardia a tre, Pioli propone con la medesima formula anche la linea offensiva, tendendo Brahim Diaz e Rafael Leao piuttosto larghi dietro il centravanti, immancabilmente Olivier Giroud. A imitarlo, stavolta, potrebbe essere il Gasp, tornato al trequartista ma dal tridente sempre in canna. Del resto si tratterebbe solo di alzare a sinistra Jeremie Boga, che col Lecce ha confermato di non essere adatto a giocare tra le linee da trequartista tattico.
