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Ancora Gasperini: “All’Inter fui cacciato per la difesa a 3…”

gasperini atalanta

Nell’ambito della bella intervista-confessione rilasciata a Andrea Barzagli per Dazn, il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini si è soffermato anche su altri interessanti aspetti: “Il presidente mi disse che voleva avere 7/8 ragazzi del vivaio. Erano già lì, con molti italiani, bastava togliergli un po’ di polvere. Lì li ho messi tutti assieme all’inizio: dopo qualche difficoltà abbiamo fatto bene. Cosa manca al calcio italiano? Abbiamo coltivato poco il talento. L’80% dei bimbi italiani gioca a calcio, evidentemente non abbiamo più creato le possibilità per loro, anche a discapito di molti calciatori stranieri mediocri. Abbiamo bisogno di idee e, appunto, di rilanciare questi ragazzi”.

Spazio poi a altre considerazioni relative ai propri metodi di lavoro e non solo: “Nella mia metodologia ho inserito anche il video, e ora ci sono staff molto più lunghi. Ora facciamo spesso delle esercitazioni quasi tecniche, perchè ho trovato la necessità di farlo con la rosa di oggi. Le leggende sui miei allenamenti duri? Non credo, penso di portare delle novità per non portare assuefazione e per far sì che i ragazzi credano in quello che si sta facendo. Con i miei giocatori ho un rapporto buono se giocano (ride, ndr). Caratterialmente non sono un padre di famiglia, chiedo molto sul campo e in fase di allenamento. Non mi informo su cosa fanno nella loro vita privata. L’importante è che diano tutto in campo”.

I SINGOLI “Ragazzi di cui mi sono innamorato? Con Ilicic e il Papu era come mettere la palla in banca. Poi sono passati gli anni, ma quest’anno abbiamo Hojlund e Lookman che ci stanno dando una bella spinta….Ora, però, è giusto dire che abbiamo altre caratteristiche rispetto al passato, ma è rimasto un nucleo di calciatori molto importanti nello spogliatoio che io ho sempre definito come i capitani”.

L’ESPERIENZA ALL’INTER “C’erano tanti giocatori in fase calante, ma speravo di potergli dare una nuova carica. Questo invece non è stato possibile. E’ stata un’esperienza breve, non fortunata, ma con nessun problema a livello personale. In solo qualche settimana non c’è nemmeno stato tempo di cominciare. Qualcuno, peraltro, si era aggregato addirittura dopo Ferragosto. Non ricordo poi nessuno che abbia fatto benissimo dopo il mio addio. La bocciatura totale è dipesa dalla difesa a 3, purtroppo. Non ci sono stati altri motivi…”.

IL VIVAIO “Scalvini è già un leader, anche a questa età. Nei provini da ragazzino devi vedere una dote, a volte può essere sufficiente per selezionare. Chi dimostra una qualità può avere delle possibilità. Bergamo è un territorio florido a livello di calciatori”

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