
L’arma tattica dell’Atalanta soffre di un periodo di appannamento, ma c’è chi continua a ipervalutarlo. Non è da 50 milioni
A leggerla si rimane allibiti, della serie “ma è l’ammontare di una clausola rescissoria?”. Teun Koopmeiners avrebbe il prezzo di mercato già fissato a quota 50 milioni. Se non è un pesce d’aprile, è soltanto perché manca ancora un mese. Anche perché, interesse della Juventus a parte, nessuna società al mondo potrebbe mai pensare di sborsare una simile cifra per un giocatori che per quanto duttile, utile e tecnico non ha ancora dimostrato di poter fare la differenza.
KOOPMEINERS DA 50? Il genietto mancino di provenienza AZ la mette pure, vedi tripletta al Torino a settembre che è metà del bottino stagionale, dieci totali in un biennio monco da 68 partite, ma che valga così tanto come si legge in giro sembra un mero esercizio dialettico. La valutazione sale sulla base delle cifre prodotte e della presenza di più offerenti, d’accordo. Ma se Giorgio Scalvini vale 30 ed è molto più di prospettiva, a vent’anni, di chi ha appena compiuto il quarto di secolo, come fa quest’ultimo a farsi blindare a vita nel club nerazzurro a suon di numeri così eclatanti? L’essere il terzo cannoniere di squadra dietro Ademola Lookman e Rasmus Hojlund, che in più ha segnato in Coppa Italia, non è un requisito sufficiente. Anche da investimento da 14 milioni più bonus.
