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Candeline del 4 marzo: Alessandrelli il “dodicesimo” e il guru dei giovani Brambilla

Brambilla

Compie 71 anni il socio originario di Briatore nel Billionaire: fu vice di Memo con Rota e, dopo aver fatto il vice di Zoff, all’Atalanta ballò una sola stagione

14 partite con 7 reti al passivo in un campionato cadetto, 2 e 2 in Coppa Italia, tenendo la rete immacolata a San Benedetto del Tronto per buscarne un paio dall’Inter. Il curriculum breve anzi brevissimo nella stagione 1979-1980 in maglia Atalanta di Giancarlo Alessandrelli, nativo di Senigallia ma romano di Trastevere, 71 inverni oggi, sabato 4 marzo. Da socio originario e mente del Billionaire targato Flavio Briatore, e soprattutto da ex portiere che in nerazzurro fu vice di Maurizio Memo dopo la gloria juventina da dodicesimo di Dino Zoff. Del paamarès lussureggiante di Massimo Brambilla, invece, al taglio del nastro del mezzo secolo preciso preciso, diremo più sotto. Uno sforna plusvalenze bravissimo a coccolare talenti come forse nessun altro tecnico.

ALESSANDRELLI, AUGURI AL DODICESIMO. Detto Radiolina perché il ruolo vero da dipendente della Juventus era riferire agli altri i risultati delle concorrenti, Alessandrelli in A con la maglia più titolata del Belpaese si smazzò soli i 26 minuti finali in Juventus-Avellino, 13 maggio 1979, da 3-0 a 3-3. Poco male: in 12 presenze ufficiali, di cui 10 in Coppa Italia, anche quella con l’Omonia Nicosia in Coppa dei Campioni il 28 settembre ’77. Un albo d’oro ricco: 3 scudetti (1972, 1977 e 1978), la Coppa Italia nel 1979 e la Coppa Uefa del 1977, primo trofeo internazionale finito nella bacheca di Boniperti & Co. Riserva pure nella Dea neoretrocessa che l’anno dopo sarebbe sprofondata in C1, dal ’71 al ’72 (campionato Primavera vinto) e poi dal ’75 al ’79 alla Juventus, sotto le Mura incrociò “Gusto Gol” Scala, il bomber Ezio-Gol Bertuzzo e il cavallo di ritorno Giovanni Vavassori. Nato nell’Ostiense di Ponte Marconi, a 18 anni va a Torino, quindi nella Ternana del “gioco corto” di Corrado Viciani (a Bergamo 1969-1970, per metà annata, prima di Renato Gei e Titta Rota), ad Arezzo dove vive tuttora (ha un ristorante lì e un altro a Porto Cervo), a Reggio Emilia e, dopo il nerazzurro atalantino, gioca con Sanremese, Rondinella, Fiorentina e ancora la seconda squadra di Firenze. Nel 1986 il capolinea.

BRAMBILLA, IL GURU DI U17 E PRIMAVERA. In coda a 538 partite, 6 gol e 5 assist da ragionatore della mediana in una carriera a pelo d’erba dipanatasi dal ’90 al 2010, tra Monza, Vicenza, Parma, Bologna, Torino, Siena, Cagliari, Mantova, ancora la Corone Ferrea e infine il Pergocrema, il vimercatese sciur Brambilla, persona raccomandabile per cultura, educazione e modi da lord, è stato un asso della manica del vivaio più gioioso e meglio organizzato d’Italia. Solo a livello Under 19, una media pazzesca di 105 vittorie su 179 match, due giri di corsa in Youth League con eliminazione col Lione ai rigori a Coverciano in piena pandemia (10 marzo 2020), 179 giri di corsa (36 pari, 38 ko), 58,66% di successi. Nella stagione 2010-2011, appena ritiratosi dall’attività agonistica col Pergocrema, ha fatto parte dello staff del settore giovanile della stessa società calcistica, guidando i Giovanissimi Nazionali. Nell’estate 2011 è al Novara, dove segue Allievi e poi Giovanissimi Nazionali, fino all’approdo a Zingonia dove guida l’Under 17 di Bastoni, Melegoni e Capone a Torneo Città di Arco, scudetto e la Supercoppa di categoria prima di ripetersi in Trentino e nel Torneo Internazionale Maggioni-Righi. Dal 2017, due titoli (2019 e 2020) e altrettante supercoppe Primavera valorizzando Barrow, Colley, Kulusevski e Diallo. Nel 2021 la finalissima persa a Sassuolo con l’Empoli dopo aver vinto con l’Inter a Parma (semifinale col Torino) e il campionato successivo stoppato dal covid, dall’estate scorsa il salto fra i professionisti in sella alla Juventus Next Gen in serie C. Tanti auguri.

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