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Candeline per Incerti e Konko, la meteora-pupillo del Gasp

genoa konko

A segno con la Juve in Coppa Italia, il francese – oggi 39 anni all’Atalanta ha inciso meno di Incerti, punta fine anni sessanta

Uno segnò, tra le 13 volte che ci riuscì in 57 match (A e B) nel biennio 1968-70, anche alla Stella Rossa nell’andata di Mitropa Cup a Bergamo, l’11 dicembre del ’68, insieme ad Adriano Novellini. L’altro, aggregato da svincolato della Lazio, da partecipante storico alla prima Atalanta targata da Gian Piero Gasperini, suo mentore nella Primavera della Juventus e poi nel Crotone e nel Genoa, si fa ricordare per aver riaperto le speranze con un esterno all’incrocio baciato dal palo nell’ottavo di Coppa Italia in casa dei bianconeri l’11 gennaio 2017, una sconfitta onorevole accompagnata dal gol della bandiera finale di Emmanuel Latte Lath. Spengolo le candeline nerazzurre del 9 marzo Giampaolo Incerti, di mestiere attaccante, e Abdoulay Konko, jolly difensivo utilizzabile in fascia e in mediana, 11 presenze totali: 80 anni il primo, 39 il secondo.

GLI INCERTI DEL MESTIERE. Il milanese di nascita Incerti, svezzato dalla Solbiatese, reduce dal triennio al Lecco, a Bergamo di quell’esperienza ritrovò il Gringo, alias Sergio Clerici, attaccante paulista che non riuscì a salvare la squadra dalla retrocessione nella prima di due stagioni da tre allenatori ciascuna. Il Gabbiano-recordman Stefano Angeleri, l’ex tecnico dei ragazzi Silvano Moro e la vecchia gloria Carletto Ceresoli nell’annata della caduta, il profeta del “gioco corto” (ma più tardi, alla Ternana) Corrado Viciani, Renato Gei e Titta Rota in cadetterìa, leggi salvezza e basta, dove tra i compagni di reparto c’erano anche Gianni Comini e Vincenzo Traspedini. Arezzo e Modena le ultime due stazioni tra i professionisti, per poi chiudere trentaduenne a Monsummano Terme dov’è rimasto a vivere.

KONKO, IL PUPILLO DEL GASP. Padre senegalese e madre marocchina, il francese Konko, marsigliese cresciuto nel Martigues prima di farsi sdoganare nel Belpaese dal Genoa agli albori del nuovo millennio, con l’Under 19 juventina insieme al Gasp ha in bacheca la Viareggio Cup nel 2003 prima di seguirlo in Calabria (2004-2006) e al Grifone (2007-2008). Siena, Siviglia e un quinquennio nell’Urbe a tinte biancocelesti (Edy Reja, in seguito atalantino, tra i mister insieme a Petkovic, Pioli e Inzaghino) le altre tappe di una carriera comunque conclusa da noi tra una noia muscolare e l’altra, pur partendo da titolare in sette occasioni. Curiosità: la sera dell’unico acuto bergamasco era partito in pullman anche con Roberto Gagliardini, prelevato dagli emissari dell’Inter all’altezza di Milano. Non male essere testimone della prima plusvalenza del suo mentore in panchina. Che adesso è il mestiere del buon Abodoulay (3-2 per i bianconeri), esordiente e traghettatore da Shevchenko a Blessin alla guida dei rossoblù della Lanterna nel 6-0 subìto dalla Fiorentina il 15 gennaio dell’anno scorso per poi tornare tra i baby, stavolta l’Under 16 dopo gli inizi nell’Under 17. Tanti auguri.

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