
L’astinenza, a volte, fa bene. Nell’autunno del 2015, contro il Chievo, l’intuizione di Gasperini: Gomez tra le linee e attacco stellare
319 minuti senza fare centro, poi il Papu Gomez reinventato tuttocampista. L’astinenza da gol che fa bene, come insegna Gian Piero Gasperini, capace di varare l’Atalanta stellare in attacco con l’intuizione del 21 ottobre del 2018 sul campo del Chievo. 77 nel sacco a fine stagione e primissima di tre qualificazioni alla Champions League, per gradire. Adesso, si chiede tra le righe L’Eco di Bergamo, cosa s’inventerà il tecnico nerazzurro per sbrogliare la matassa dei 295 giri di lancetta senza bucare la porta nemica?
IL PAPU E L’ASTINENZA. All’epoca la Dea era in bassa classifica, di una posizione al di sopra della zona retrocessione, dopo 7 match su 9 all’asciutto compresi i playoff di Europa League col Copenaghen persi ai rigori. Ora fanno 5 su 7. La corsa all’Europa ne fu zavorrata di 4 punti, da meno 3 a meno 7; ai giorni nostri, invece, di 6, da più 11 a più 5 sul Torino.
L’ASTINENZA E LA MEDICINA. Se allora la soluzione al problema fu l’arretramento dell’argentino, in precedenza mattatore dell’attacco nelle prime due annate gasperiniane, da stasera sembra una questione a metà fra tattica e alternative proprio là davanti. Dove, a Napoli, non è mancato il coraggio del doppio centravanti dal kick off, Hojlund-Zapata. AAA nuova via cercansi per l’Atalanta dalle polveri bagnate.
