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Dalle Under all’azzurro dei grandi, Carnesecchi ha rispettato ogni attesa

Rispettare le aspettative non è mai facile, specie per un ragazzo giovane che gioca in porta. Marco Carnesecchi, forse anche per via di un carattere molto aperto e disteso, è riuscito a onorare almeno i principali step che le attese potevano richiedere quando era minorenne o giù di lì.

Arrivato a Bergamo dal Cesena per circa 1 milione di euro, divenne subito il titolare della Primavera nella stagione 2017/18. Era il primo campionato Under 19 a girone unificato, con tanti ragazzi di assoluta qualità nelle varie formazioni partecipanti: da Bastoni a Kean, passando per i compagni di squadra Kulusevski e Bastoni. Da subito la dimensione, anche mentale, del possibile giocatore importante pareva evidente: un fisico da Serie A, tanta personalità, pochi errori (subito messi alle spalle se raramente ne commetteva). Nel mentre il suo ruolo diventava sempre più centrale anche con le Nazionali giovanili, tanto da guadagnarsi il Mondiale U20 al fianco dei classe ’99 in alternanza con il coetaneo Plizzari.

Proprio da quest’ultimo esempio, non ce ne voglia il coetaneo di Marco scuola Milan, si può partire per confermare la premessa di inizio articolo. Da adolescente l’estremo difensore cremasco sembrava un autentico predestinato, di fatto complice anche un percorso “alla Donnarumma”, che lo aveva reso il titolare della Primavera rossonera a 15 anni, spesso confrontandosi con compagni ed avversari addirittura di 4 primavere più anziani. La scorsa estate, dopo vari passaggi non sempre proficui in prestito in B in giro per l’Italia e una parentesi da quarto portiere con Pioli, è stato ceduto per 200mila euro al Pescara (Serie C). Si consoli: il tempo per poter fare una carriera di livello di certo non manca, e nel mentre le prestazioni in riva all’Adriatico sembrano non mancare. D’altra parte, i casi di portieri additati a “nuovo Buffon” poi diventati semplici mestieranti non mancano.

La chiamata del Mancio – La carriera dell’idolo Gigi, quasi sicuramente, non l’avrà nemmeno il classe 2000 romagnolo, che però ieri ha cambiato spogliatoio a Coverciano. Da capitano del gruppo che era in Under 21 passerà a “ultimo arrivato” del gruppo in dote a Mancini, ora concentrato sull’inizio del percorso qualificatorio per Germania 2024. Probabile che il ct alterni lui e Falcone, anch’egli alla prima chiamata, come panchinari nelle due gare contro Inghilterra e Malta in programma nei prossimi giorni. In attesa di capire come l’Atalanta gestirà il suo futuro, resta assodato un fatto: la scelta di puntare su quel ragazzone minorenne di Cesenatico che molto aveva impressionato ha pagato dividendi a tutti.

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