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Auguri a Del Grosso e Vugrinec, il bomber che non la metteva mai

40 candeline per il simpatico terzino sinistro, 48 per l’attaccante che non vedeva la porta: Del Grosso e Vugrinec

A Lecce era un idolo, in Croazia pure, tanto che nella massima serie laggiù è ancora adesso il re dei bomber a quota 146. Ma Davor Vugrinec, 48 primavere oggi, venerdì 24 marzo, all’Atalanta non ha lasciato traccia del suo passaggio. Perché chiudere senza gol un’esperienza da una stagione a mezza, in bilico tra A e B, dal gennaio 2003, per un attaccante, non è davvero un bel biglietto da visita. Figurarsi che ha una media migliore, 1 in 46 match, per acciuffare Floro Flores nell’1-1 sul campo del Genoa il 20 aprile 2013, l’altro festeggiato ex nerazzurro del giorno, il neo quarantenne di Giulianova Cristiano Del Grosso, in sella all’Under 17 del Palermo dopo esserlo stato all’Under 16 del Pescara fino ad affiancare l’altro ex Luciano Zauri (subentrato al Mago di Floridia, Gaetano Autieri) alla guida della prima squadra. Un terzino sinistro passato un decennio più tardi e rimasto un’annata in più.

VUGRINEC, BOMBER PER CASO. Eroe di Lecce, tanto da essere stato accolto da trionfatore con tanto di maglia celebrativa il 28 dicembre scorso in occasione dell’amichevole natalizia col Varteks Varazdin, club della sua città natale di cui è vicepresidente, il nazionale croato (28 e 7 reti da senior) Vugrinec a Bergamo non riuscì a ripetere exploit tipo il matchball a San Siro il 12 novembre 2000. Capitato in A nella seconda metà del 2002-2003, in una squadra con Doni, Rossini, Comandini e al limite Gautieri davanti, non evitò la retrocessione dopo il doppio spareggio con la Reggina nonostante il cambio della guardia in panchina nelle ultime 5 giornate tra Vavassori e l’attuale coordinatore tecnico del vivaio Giancarlo Finardi. L’anno dopo, col connazionale Igor Budan e Giampaolo Pazzini in attacco, il ritorno subitaneo al piano di sopra sotto la guida di Andrea Mandorlini nella snervante cadetteria da 42 giornate piene. Tre volte vincitore della coppa nazionale (la prima col Rijeka, le altre con la Dinamo Zagabria) tra 2005 e 2007, vinse anche due titoli e due supercoppe croate con la società della capitale vatrena. Trabzonspor, Catania, NH Zagabria, ancora il natìo Varteks e lo Slaven Belupo le altre stazioni di una vicenda a pelo d’erba chiusa quarantenne.

DEL GROSSO, IL MANCINO DEL COLA. Della banda di Stefano Colantuono, sostituito a fine inverno 2015 da Edy Reja, Del Grosso, che al rientro da Bari da un infortunio sotto le feste si sarebbe schiantato contro un albero del distributore di viale Giulio Cesare, sfruttò il fine carriera di Gianpaolo Bellini, sempre più dirottato a destra o in mezzo alla difesa, insieme a Davide Brivio. Giulianova, Ascoli, Cagliari e Siena le tappe prima di capitare sotto le Mura Venete; Bari, Spal (ancora a titolo temporaneo), Venezia, Pescara, ancora Giulianova e Casertana le altre maglie indossate in una lunga corsa stoppata a quota 38. Tanti auguri.

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