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Chi è Rasmus Hojlund, un’altra scommessa (vinta) dall’Atalanta

Di seguito i tratti salienti sul profilo dell’attaccante nerazzurro dal portale di Dazn: “Cinque gol in quattro match con la Nazionale danese, otto in 25 presenze stagionali con l’Atalanta. Anni: appena 20, compiuti lo scorso 4 febbraio. Valore di mercato: 17,2 milioni di euro. Anzi, sarebbe meglio dire “il valore di una volta”. Perché quella era la somma pagata in estate dai nerazzurri per strapparlo allo Sturm Graz. Oggi, invece, ne vale almeno il doppio. A Zingonia, ancora una volta, ci hanno visto bene. Lì, ancora una volta, hanno vinto la scommessa. A Bergamo cominciarono a “studiarlo” a partire dalla stagione 2021-22, iniziata in Danimarca e proseguita in Austria, appunto allo Sturm Graz. Segnalato ad Antonio Luca Percassi (patron e a.d.), Tony D’Amico (d.s.) e Lee Congerton (responsabile dello sviluppo dell’area sportiva), si decise di vedere tutte – e sottolineiamo “tutte” – le partite disputate in bianconero sia in video sia dal vivo. Cosa impressionò? Le qualità che gradualmente sta dimostrando pure a Bergamo: velocità, potenza, senso del gol, un’ottima capacità di attaccare la profondità (aspetto fondamentale nel gioco del Gasp), personalità e carattere, di certo non da 20enne”. 

LA VALUTAZIONE. “Già oggi Hojlund rappresenterebbe per l’Atalanta un’ottima plusvalenza, quella concretizzata dallo Sturm Graz l’estate scorsa: nel gennaio 2022 gli austriaci lo pagarono appena 2 milioni. Esattamente dieci volte superiore fu la richiesta fatta in estate alle varie pretendenti, dopo sei centri e un assist nell’Admiral Bundesliga. Troppi 20 milioni? Forse sì, forse no. Come sempre in questi casi, campo e tempo sono i giudici. Di certo, nel calcio, il fascino del “rischio” può fare la differenza. E tra i club che parlarono con lo Sturm Graz ecco Real Madrid, Manchester UnitedChelsea Milan. Evidentemente società che preferirono non rischiare, magari considerando la valutazione troppo elevata per un talento sì purissimo, ma ancora da scoprire. 

NIENTE MONDIALE? UN VANTAGGIO. “E proprio il mister ha sfruttato al meglio la sosta per il Mondiale di novembre-dicembre, non giocato da Hojlund nonostante una convocazione possibile fino all’ultimo: tanto tempo a disposizione sia per il lavoro tattico, così da imparare a giocare anche spalle alla porta, sia fisico, con allenamenti mirati in palestra e sul campo per incrementare il tono muscolare. E i risultati del lavoro di quel periodo si sono visti e si stanno vedendo. Come quelli fuori dal campo”.

FEELING CON LA SQUADRA OK. “Qualcuno impiega mesi e mesi per imparare una nuova lingua. Altri, addirittura, non la imparano proprio. Hojlund, invece, ha iniziato da subito a studiare l’italiano e oggi si può dire che lo parli già piuttosto bene. Cristiano Ronaldo, il vero idolo: in passato si diceva fosse Haaland. In realtà, non è proprio così: verissimo, spesso viene paragonato al norvegese (al quale, comunque, ha dichiarato di ispirarsi), specialmente per la stazza e il piede mancino in comune. Tuttavia il modello, l’idolo, l’esempio era e rimane il campione portoghese. Hojlund sogna, Hojlund può e deve continuare a farlo: sognare di poter diventare uno dei più forti”.

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