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Carnesecchi, Barrow, Pessina e Colpani: la diaspora atalantina che (con)vince

Fine settimana amaro, invece, per Bastoni, Gosens e il panchinaro Gagliardini. Barrow non segna ma ferma il Milan

Dal novero escludiamo l’assente Kjaer e il veronese Tameze, eroe anti Napoli, perché non sono mai stati zingoniani di cartellino, avendoci trascorso metà stagione a cranio. Giocano in dieci sui diciannove possibili, con panchina fissa per Sala, Caldara, Kovalenko, Haas, Grassi, Gagliardini, Bellanova, D’Alessandro e Petagna. Orsolini, il punitore del sigillo nella vittoria all’inglese di Bergamo di sabato scorso, era squalificato e in campo stavolta c’è il solo Barrow, capace comunque di tenere sul pezzo la catena di destra del Milan fermato sul pari dal Bologna prima di cedere la zolla a Lykogiannis dopo 73 minuti di lavoro sporco nelle due fasi. Figuriamoci che gloria per Matteo Pessina, in coppia con Rovella nel centrocampo in grado di scombussolare i piani a Barella-Asllani-Mkhitaryan (Brozovic e Calhanaglu di backup), e Andrea Colpani, trequartista destro tattico accoppiato a Sensi e una freccia semi-imprendibile nell’incunearsi tra Robin Gosens e l’amicone di tutte le giovanili di Zingonia, Alessandro Bastoni.

LA TRANSUMANZA CHE (CON)VINCE. La diaspora di ex dell’Atalanta, mettendoci in testa il guardiano Marco Carnesecchi – un falco nelle uscite e freddo sull’unico assolo di Caputo al 32′ – della Cremonese di Ballardini che continua a sperare, nel weekend lungo della trentesima è stata tra i protagonisti a pelo d’erba anche di imprese inaspettate. Spezzini, leggi il solo Reca dal 62′ per Nikoalou, nello 0-3 con la Lazio di venerdì interisti ed empolesi, Roberto Piccoli-Nicolò Cambiaghi (il secondo riserva del primo, ko allo “Zini”), ovviamente a parte.

LA DIASPORA IN CALENDARIO. Il brianzolissimo Matteo ha pure fatto innervosire l’armeno fino a fargli sventolare il giallo in faccia dopo 66 giri di lancetta, candidandosi, ora che il calcio della Corona Ferrea è virtualmente confermato nella massima serie, a mettere i bastoni (non l’ex compagno) tra le ruote alla sua ex squadra, abbandonata un po’ a malincuore in estate. Non aveva più il posto assicurato da Gian Piero Gasperini. S’è rifatto con Giovanni Stroppa nel gramo incipit stagionale ed è poi diventato un moloch per Raffaele Palladino. Sarà, col pari piede (mancino) bresciano, la palla al piede per la Dea all’ultima giornata, potenzialmente decisiva visto l’andazzo. E chissà che la Beneamata dei summenzionati in premessa, delusa e scornata per l’undicesima volta entro i confini, non vorrà fare tre su tre alla penultima alla voce vittorie, compresa quella a fine gennaio nel quarto di Coppa Italia a San Siro. Per fortuna Musa, assistman per il rompighiaccio a Bergamo di Nicola Sansone che s’è ripetuto anche al “Dall’Ara” our facendosi acciuffare da Pobega, per questa volta non lo si incontra più…

 

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1 anno fa

Tanti

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1 anno fa

Riprenderei Carnesecchi e Cambiaghi

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1 anno fa

L’unico che avrei tenuto è Colpani, venduto per 12 milioni ma visto giocare meritava di restare a Bergamo.

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