Il noto giornalista Paolo Bargiggia ha analizzato il campionato della formazione allenata da Gian Piero Gasperini

La stagione dell’Atalanta divide gli addetti ai lavori. C’è chi parla di campionato comunque positivo, chi di delusione e c’è chi preferisce attendere, come è giusto che sia, la fine dell’annata per poter fare il bilancio. CalcioAtalanta.it ha contattato in esclusiva il giornalista Paolo Bargiggia che ha tracciato il rendimento della formazione di Gasperini, cui lascia ancora aperte le possibilità di un posto in Champions League.

Bargiggia, l’Atalanta ha raccolto 8 punti nelle ultime 8 giornate. Ciononostante sta ancora lottando per un posto fra le prime.
“I numeri delle ultime otto gare sono deludenti come spesso anche le prestazioni. A parte la Lazio, che ha un’andatura costante e sorprendente nel lungo periodo, la Roma non impressiona mai per qualità di gioco e non ti dà quella certezza di poter arrivare fino in fondo. La partita è su Milan e Inter che hanno un andamento altalenante, soprattutto i nerazzurri, e sono condizionate dagli esiti della Champions. L’Atalanta non ha questo impegno, ma pur non avendolo sta deludendo sia per i punti raccolti che per la prestazione”.

Come nella passata stagione, la squadra ha rallentato nella seconda parte di campionato. Può essere svanito il possibile effetto sorpresa dei vari volti nuovi come Lookman?
“Non credo che il rallentamento sia riferito ad un effetto sorpresa di giocatori come Lookman che è sparito. Nel calcio poi le cose vengono studiate ed elaborate, si evolvono. Credo che all’Atalanta, vedendo la situazione dall’esterno e senza avere certezze assolute, la mia impressione è che il concetto sia più generale. Secondo me, sul campo la squadra non gioca più già da un po’ con quella ferocia a tutto campo e con quell’atletismo che l’aveva caratterizzata nelle precedenti gestioni Gasperini. Vedo un’Atalanta meno vigorosa, meno arrembante. Poi la mia impressione è che con Gasperini, con tutti i pregi che possa avere come livello assoluto, l’Atalanta sia arrivata in fondo. Credo che lo abbia tenuto fin troppo perché, secondo me, la sua carica nervosa, in senso positivo, se non si è esaurita viene indirizzata male nel senso che finisce cercando alibi, scagliandosi contro gli arbitri e il palazzo. Come a Firenze, leggo dalle cronache, c’è stato del caos per il rigore dato alla Fiorentina. A mio avviso, trasmetti alibi all squadra e lui stesso, con queste polemiche, perde energie positive da trasmettere alla squadra. Penso che il ciclo si sia chiuso, ma lo pensavo già l’anno scorso, indipendentemente da una qualificazione in Champions League oppure no”.

Zapata e Muriel, per fare due nomi, stanno rendendo molto meno del previsto. Può essere questo il momento buono per far leva su un po’ di coraggio e ripartire da zero puntando su giocatori mediamente giovani come Demiral, Hojlund, Scalvini, Okoli e via dicendo?
“Zapata e Muriel stanno vivendo quello che vivono mediamente tutti i calciatori della loro età anagrafica o agonistica. Non sono più freschi, sono logori per il calcio di oggi che è giovane e arrembante. Gli infortuni lasciano strascichi e non hanno più l’impatto che avevano. L’Atalanta è molto brava nel cercare talenti, abbiamo visto quello successo con Hojlund. Credo che il disegno della società non sia quello di cedere l’attaccante ma di tenerlo un altro anno, se non ci saranno sorprese. Un po’ di freschezza atletica dentro a questa crisi di risultati, di condizione e di vigore, indica che si debba ripartire da questi giocatori. E’ una regola del calcio di oggi: vigoroso, atletico, ma che deve fare valore aggiunto contenendo costi e valorizzando i calciatori. E questo lo fai con i giovani”.

Gasperini può essere ancora l’uomo giusto per dar vita a una nuova Atalanta oppure meglio puntare su altri nomi?
“Sulla base di quanto detto, già l’anno scorso Gasperini non era più l’uomo giusto per ridisegnare la nuova Atalanta. Lo ridico adesso. E’ un allenatore con tanti pregi, ma è un tecnico che crea troppi scontri fuori e dentro la squadra e alla lunga queste cose tolgono energia all’ambiente”.

Nell’Atalanta c’è un giocatore come Soppy che lei ha visto molte volte ai tempi dell’Udinese. Come si spiega la sua messa ai margini?
“Soppy l’avevo seguito nella stagione in cui ho lavorato per Udinese Tv. Non saprei quali possano essere le sue condizioni fisiche, ma so che anche a Udine non era considerato un giocatore evolutissimo come conoscenze calcistiche. Sicuramente meglio come energia fisica e atletismo, poi non so se il suo percorso sia interrotto ulteriormente, ma è un giocatore che non ha un’intelligenza calcistica sopraffina. Ha atletismo, ma non so come sia stato gestito poi”.

Infine un’analisi sulla lotta per non retrocedere. Secondo lei quali saranno le tre squadre che finiranno in Serie B.
“Non mi sembra difficilissimo indicare Sampdoria e Cremonese. Nonostante siano realtà che provano a giocare, non si arrendono, soprattutto la Cremonese fa un calcio piacevole. Sopra il Verona è a 3 punti dallo Spezia, ma è una squadra viva che lotta, lo abbiamo visto anche a Napoli. Ma lo Spezia fa altrettanto. Tre punti non sono facilissimi da colmare, bisognerebbe vedere gli incroci del calendario, ma mi viene da dire più Verona di Spezia che comunque cambiando Gotti ha fatto una scelta giusta nel tentativo di salvarsi attraverso il gioco. Già in precedenza avendo seguito Gotti a Udine avevo detto che era un difensivista, uno che si adatta agli altri e non fa crescere i propri giocatori. Direi Sampdoria, Cremonese e Verona nonostante sia ancora vivo e giochi bene”.