L’arrivo di Ivan Juric sulla panchina dell’Atalanta segna una continuità radicale con il recente passato gasperiniano, ma anche una sua versione estremizzata. Il tecnico croato, cresciuto come giocatore e collaboratore tecnico all’ombra di Gian Piero Gasperini, propone un calcio che ricalca fedelmente i principi del mentore, spingendoli però a livelli ancora più esasperati sotto il profilo del pressing e dell’aggressione difensiva.
Un pressing che parte dai difensori
Difesa a tre, marcature individuali a tutto campo e pressing ultra-offensivo sono i cardini tattici del nuovo allenatore nerazzurro. Juric non si limita a replicare Gasperini: i suoi difensori spesso pressano nella metà campo avversaria, portando l’intera squadra a giocare in modo molto più aggressivo. Un calcio che richiede atletismo, forza mentale e perfetta sincronizzazione, soprattutto nei movimenti difensivi.
Come riporta L’Eco di Bergamo, se l’aspetto tattico è una fotocopia – modulo 3-4-2-1 o 3-4-1-2 – la produzione offensiva non ha mai raggiunto i livelli dell’Atalanta di Gasp. Il miglior Juric, al Verona 2019/20, ha costruito un gruppo solido e sorprendente, ma mai una macchina da gol: un tema su cui lavorare per puntare in alto anche con la Dea.
Verona 2019/20: il capolavoro tecnico
È in quella stagione che Juric ha mostrato la sua miglior versione: un Verona dato per spacciato, trasformatosi in una delle sorprese del campionato. Lì sono emersi talenti come Rrahmani, Amrabat, Kumbulla, Dimarco, Zaccagni e Pessina, molti dei quali hanno poi spiccato il volo verso club più ambiziosi. Con il DS Tony D’Amico, oggi a Bergamo, Juric dimostrò la capacità di costruire squadre funzionali, solide e capaci di stupire.
Torino e la coerenza tattica
Nel triennio a Torino, Juric ha replicato il suo sistema senza però ottenere lo stesso impatto: rosa meno qualitativa, più aspettative e un gioco spesso criticato per essere poco spettacolare. Tuttavia, ha valorizzato profili come Bellanova, che ritroverà a Bergamo, e ha portato in alto giocatori come Schuurs, Buongiorno e Vlasic.
Roma e Southampton: le ombre dell’ultima stagione
Il 2023/24 è stato il punto più basso della carriera di Juric. Alla Roma è subentrato a settembre, in un ambiente già scosso, senza riuscire a imprimere la sua impronta tattica. A Southampton è andata anche peggio: 12 sconfitte in 14 partite, in una squadra non adatta al suo gioco. Due esperienze da dimenticare, ma anche cariche di attenuanti: il croato ha sempre lavorato meglio quando ha potuto costruire la squadra da zero, cosa che potrà fare a Bergamo.
Braccetti e incursori: le certezze tattiche
Juric ama adattare i suoi difensori come braccetti: lo ha fatto con Tameze, Dimarco e Rodriguez, e potrebbe farlo a Bergamo con Scalvini o de Roon, proprio come faceva Gasp. A centrocampo si affida a corridori intelligenti e fisici, mentre sulla trequarti alterna un’ala tecnica e un centrocampista incursore. Possibile anche l’esperimento del doppio centravanti, come accaduto con Zapata e Sanabria a Torino, ora con Retegui e Scamacca.