Giunto a Bergamo all’età di 16 anni, manifestò subito enormi qualità
Quando era un ragazzino il suo nome scorreva rapido sulla lingua di tanti addetti ai lavori, che ne ammiravano le gesta sui campi di Zingonia. Il tutto non era garanzia per avere certezza di una carriera da Serie A, ma alla fine Giacomo Bonaventura può dire di essere più che soddisfatto per quanto fatto nel suo percorso. Gli anni che lo hanno visto più sotto gli occhi dei riflettori sono stati, giocoforza, quelli in rossonero: la luce delle giocate del centrocampista di San Severino Marche era uno dei pochi barlumi di speranza per i tifosi in anni particolarmente bui e lontani dai fasti del passato.
Il trampolino di lancio fu però rappresentato dall’Atalanta, che scelse di puntare forte su di lui all’età di 21 anni, in concomitanza con l’ultima retrocessione del club in Serie B. Colantuono, allenatore spesso accusato di non essere avvezzo al lancio dei giovani, scelse di prenderlo sotto la propria ala protettiva e fare di lui un titolarissimo, conferendogli il compito di creare palle gol al fianco di capitan Doni. Dopo il rapido ritorno al piano di sopra fu ancora centrale nel progetto, fino a guadagnarsi l’attenzione delle grandi, con il Milan che la spuntò sull’Inter nell’ambito di un ultimo giorno di mercato estivo assai ricco di colpi di scena. Nelle stesse ore a Bergamo arriverà dall’Ucraina il Papu Gómez, che aiuterà la Dea a diventare considerabile sul livello delle stesse milanesi, almeno a livello di piazzamenti ottenuti. Chissà che forse Jack ogni tanto non ci abbia pensato: sarebbe stato bellissimo crescere di pari passo con la squadra e il club che, sin dai 16 anni, lo rese uomo e calciatore…