Sul campo del fanalino di coda i nerazzurri devono iniziare a correre senza fermarsi più. I tre punti latitano da troppo: 9 punti in 3 partite rilancerebbero la volata
Benevento, mercoledì 18 aprile, ore 18: i blocchi di partenza, sulla pista della cenerentola della A che ne è anche il fanalino di coda, della rincorsa a perdifiato dell’Atalanta all’Europa League. A dare i numeri per illustrare il senso della sfida è L’Eco di Bergamo. I nerazzurri non vincono dalla vigilia di Pasqua con l’Udinese e in tre match hanno raccolto solo 2 punti con Spal e Inter, perdendo lo scontro diretto con la Samp. Coi giallorossi, al “Vigorito”, una trasferta che precede i barrage casalinghi con Torino e Genoa, coi granata che ospitano stasera stessa i rossoneri per giocarsi le residue speranze di aggancio alla zona dei sogni.
LA PROVA DEL NOVE. Il Sannio è a metà del secondo trittico consecutivo, ma un bottino pieno seguito da due interni sarebbe la nona sinfonia del rilancio sullo spartito di coppe. L’ostacolo più ingombrante è Cheick Diabaté, 7 gol in 6 allacciate di scarpe, un quarto del totale (28) di squadra, 19 meno dei bergamaschi, ma il contraltare è la peggiore difesa: 75, 2 e mezzo circa a match. Il 9 è ricorrente nelle statistiche quanto la cifra tonda che lo segue: nelle ultime 10 partite con le neopromosse, 8 vittorie atalantine, 0 ko e 0 reti subìte in 7 occasioni; nelle ultime 10 del corrente campionato lontano dalle Mura Venete, sconfitta solo con la Juventus e 6 vinte su 9.
FURORE, PETAGNA E GOMEZ. Roberto De Zerbi contro Gian Piero Gasperini, ovvero furore come atteggiamento a prescindere di chi non ha niente da perdere e dovere di ragionarci su, dopo aver sprecato le energie sabato sera contro gli Spalletti-boys in un tempo solo. Torna Petagna davanti insieme a Gomez largo e con Barrow a rientrare nei ranghi, mentre dietro la squalifica di Toloi propone Mancini come soluzione obbligata. Tema tattico, 4-3-3 contro 3-4-1-2 virante a 3-4-3, con terzino sinistro o mediano basso altrui privo di avversario diretto negli uno contro uno cari al Gasp.