Buona la prima col Southampton, la formazione rinnovatissima del tecnico romagnolo è un mix interessante
Leo Vitucci in controsterzata, Andrea Bonanomi (unico a segno nel ko per 3-1 col Renate nel ritiro di Selvino) di mancino nel sette appoggiato dal precedente, Gabriel Martinelli incornando l’angolo di Lorenzo Riccio, Alex Castiello di potenza nel rigore in movimento chiamatogli da Marco Bevilacqua e rifinito da Alberto Manzoni e infine proprio l’ultimo assistman servito dal fondo dal terzino-braccetto Hugo Buyla. Una cinquina al Suothampton Under 18, quindi una categoria sotto e a livello giovanile conta parecchio, non è che possa essere particolarmente indicativa. Ma il solo scartabellare le classi di ferro dei protagonisti di venerdì scorso al Centro Sportivo Bortolotti racconta del mix portato agli estremi della nuova Primavera dell’Atalanta del confermato Giovanni Bosi: da un nome all’altro, 2004, 2006, 2005, 2006, 2007, 2004, 2006 e 2005. Quattro annate tutte insieme con tre minorenni in evidenza.
LA PRIMAVERA DEI MINORENNI. Mica c’è solo chi segna e chi gliela confeziona, però. Di sedicenne oltre al centravanti è partito anche Niccolò Gariani, bene da mezzala sinistra. Oltre ai due attaccanti più maturi autori di gol e assist ciascuno, il prestito di ritorno (al Parma) Vitucci e Bevilacqua, gli altri fuoriquota sono il centrale difensivo Lorenzo Guerini, l’ormai oggetto misterioso David Perez che ai tempi proveniente dagli svedesi del Brommapojkarna passava quasi per la versione destripede di Kulusevski e infine la mezzala-interno Bruno Cellerino, mai esploso davvero. I più sono diciottenni che nel 2024 vireranno ai diciannove, al netto di quanti sono aggregati all’Under 23 di Francesco Modesto: i mastini Tavanti e Tornaghi, il jolly Samuele Ghezzi, il mediano basso Pietro Comi e l’esterno o mediano anglo-finnico con attitudini difensive Daniel Armstrong.
LA PRIMAVERA E IL SACCO DELL’UNDER 23. La neonata Seconda Squadra, con la sua comparsa, è il primissimo fattore dell’estensione anagrafica dell’organico dell’Under 19, che con la riforma dei campionati giovanili dalla stagione 2024-2025 diventerà ipso facto Under 20. Il saccheggio, in parte fisiologico, è lì da vedere: a parte l’infortunato Vanja Vlahovic, altri 2004 come Iacopo Regonesi, Matteo Colombo, Anwalde Roaldsoy ed Endri Muhameti, più l’aspirante erede di Hateboer agli ordini del Gasp, quel Marco Palestra (2005) visto di passata nel test a Nizza il dicembre scorso, il fantasista offensivo Dominic Vavassori (idem) e l’ala del 2006 Federico Ragnoli Galli tra gli altri.
LA PRIMAVERA ALL’ANNO ZERO. Non resta, per il rinnovamento all’anno zero dopo una salvezza risicatissima all’ultimo tuffo della regular season, leggi vittoria sull’Udinese già retrocessa e Inter che sbanca Napoli facendo scattare la forchetta, che puntare sui diciassettenni di oggi, con Bonanomi ottimo tra le linee, il portiere Lorenzo Sala (1 anno meno di Piotr Pardel), il terzino sinistro Federico Simonetto e l’altro ex Partizan arrivato a gennaio, quel Relja Obric, mancino sloveno in teoria, che non ha granché convinto. Forse perché sarebbe meglio da braccetto o in fascia. Resta da vedere, in avanti, Candace Fiogbe. E ci sono i giocatori in bilico da provare, nel caso: Meloni, Chiggiato, Ardenghi, Noventa, lo slovacco Martin Parilla, l’ala destra Mingolla, l’islandese Birkir Jonsson, Orlando e Ferraroli. Il tempo stringe, sarà la vera gloria di un nuovo ciclo vincente?
